PESCARA Se può essere utile alla causa, si metterà lui stesso al volante del pullman che porterà a Palazzo Chigi una delegazione di amministratori abruzzesi insieme alle firme raccolte per l’alta velocità. Il governatore-autista Gianni Chiodi annuncia la sua intenzione e spiega: «Se serve, sono disposto a guidare io il pullman. In questa vicenda bisogna avere un approccio pragmatico. Sarà possibile ottenere dei risultati concreti solo se si riuscirà a fare squadra con le altre Regioni della dorsale adriatica, come Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise e Puglia». Chiodi, come hanno ricordato ieri il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso, e il responsabile internet del quotidiano pugliese, Franco Giuliano, è stato il primo governatore a credere in questa «battaglia di civiltà» e anche il primo ad aderire al forum organizzato nel maggio scorso a Bari per rilanciare il tema dell'alta velocità sulla linea adriatica. «Generalmente il politico fa solo le cose che, nell'arco di un mandato elettorale, si possono toccare con mano, perché è ossessionato dal consenso immediato dei cittadini e magari rinuncia a intraprendere progetti ambiziosi, come quello dell'alta velocità - ha ammesso il presidente della Regione -. Ma un politico che non investe nel medio e lungo termine è destinato ad avere delle gravi responsabilità». In barba ai suoi costi elevatissimi, il progetto dell’alta velocità non è però una chimera, secondo Chiodi. «Anzi - ha rimarcato -, si tratta una battaglia da portare avanti per fare in modo che quella che ritengo una priorità per l'Abruzzo e le altre regioni adriatiche possa essere inserita negli atti di programmazione nazionale, così come è accaduto, negli anni passati, per la fascia tirrenica. Guardando in prospettiva e non lasciandosi condizionare dal fatto che la realizzazione dell'alta velocità magari vedrà la luce solo tra molti anni, quando probabilmente saranno altri a raccoglierne i frutti politici, si può fare qualcosa di concreto per contrastare la perdita di competitività di una parte del Paese». Alla campagna hanno aderito il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio. «Questa iniziativa - ha rimarcato Di Giuseppantonio - dev'essere necessariamente bipartisan: l’obiettivo è tutelare tutti i cittadini abruzzesi, che non possono e non devono essere considerati di serie B. E' impensabile che nel 2014 - ha proseguito il presidente della Provincia di Chieti - una regione come l'Abruzzo venga tagliata fuori dal sistema dell'alta velocità. Non è corretto escluderla e abbandonarla. Mi auguro di trovare a sostegno di questa causa tanti altri amministratori e rappresentanti della classe politica locale, e tanti dirigenti del nostro territorio. L'alta velocità è un'infrastruttura che può realmente contribuire, anche nella nostra regione, a rilanciare l'economia in un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo». Al banchetto posizionato prima in piazza della Repubblica e poi nel pomeriggio in piazza Salotto, si sono recati per apporre la propria firma sulla petizione anche Alessandra Petri e Armando Foschi, rispettivamente consigliere regionale e comunale di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale. «Pescara - hanno detto - è stata tagliata fuori dai piani delle Ferrovie e le attuali chiusure notturne causano problemi non solo alla città ma a tutto il bacino abruzzese, cioè a un milione e duecentomila persone. Bisogna portare l'alta velocità fino a Pescara e ripristinare le Frecce Argento».