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Pescara, 25/11/2024
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Data: 16/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Chiodi: ecco perché dovevo essere tolto. La risposta di Paolucci (Pd): «Tre arresti nella sua giunta, è l’ultimo a poter parlare dell’Aquila». L’ex assessore Lisi: nulla da rimproverarmi, sono sereno. Pronunciò la frase: che culo il terremoto

Il centrosinistra si mobilita e dà vita a una manifestazione pubblica a sostegno del sindaco Massimo Cialente, per spingerlo a ritirare le sue dimissioni. L’appuntamento è per domani alle 17,30 al Parco del Castello, accanto all’Auditorium, dove verranno allestiti dei gazebo. Un’iniziativa preparata anche attraverso una serie di incontri con ordini professionali, categorie produttive, organizzazioni studentesche e sindaci del comprensorio.
PESCARA «Si voleva far credere che le magnifiche sorti e progressive, come diceva Leopardi, sarebbero state registrate all’Aquila con la fine del commissariamento. Io credo che adesso tutti sappiano perché io dovevo essere tolto. Perché ero un baluardo rispetto a certe situazioni». Lo ha detto il presidente della Regione Gianni Chiodi a Pescara, rispondendo alle domande dei giornalisti relative alla vicenda su presunte tangenti per la ricostruzione all’Aquila. «Ho l’impressione», ha proseguito, «che quello che sta succedendo gli aquilani lo sapessero prima della magistratura. Ci sono responsabilità politiche forti in questo senso». Per Chiodi occorre «un profondo rinnovamento di quello che è un sistema di casta ormai inveterato da tantissimi anni, che ha cloroformizzato la città, che è trasversale, usa tutti gli strumenti finalizzati alla conservazione del potere. Oggi si attaccano fantomatiche strategie che vedrebbe coinvolto il governo, che vuole fare cadere un sindaco. È il modo tipico della scuola delle Frattocchie di distogliere l’attenzione rispetto ai reali problemi. Gli aquilani», ha concluso il presidente, «meritano molto di più di quello che hanno». A stretto giro è arrivata la risposta del segretario regionale del Pd Silvio Paolucci. «Chiodi volgarmente strumentalizza da sempre L’Aquila e spera che gli aquilani dimentichino le sue enormi carenze da commissario per la ricostruzione», ha scritto in una nota. «La sua resistenza a qualunque norma potesse garantire una ricostruzione trasparente e partecipata. I fatti contestati in questi giorni risalgono proprio ai tempi in cui il commissario era Chiodi: altro che baluardo. Chiodi è l’ultimo politico abruzzese a poter dare lezioni agli aquilani». «Il governatore non ha titolo per bacchettare sui temi della legalità: è presidente di una giunta travolta da tre arresti che hanno coinvolto anche uomini a lui vicinissimi», ha concluso Paolucci, riferendosi, in particolare, a uno degli ultimi arresti, quello dell’ex assessore alla Cultura Luigi De Fanis.

L’ex assessore Lisi: nulla da rimproverarmi, sono sereno

L'AQUILA «Ho eseguito lavori privati come architetto, con lo studio dove presto servizio, ma senza che tutto ciò interferisse con il mio ruolo di amministratore». Lo ha detto l’ex assessore comunale Ermanno Lisi, rispondendo alle domande del direttore dell’emittente televisiva TvUno Giosafat Capulli. «La frase che figura nelle intercettazioni», ha dichiarato Lisi, «è stata estrapolata da un discorso generale sul terremoto. Quanto al mio ruolo di assessore, non ero a conoscenza di tutte le pratiche che passavano attraverso il mio settore di competenza; a volte le pratiche venivano curate direttamente dalla dirigenza». E i 160 lavori legati alla ricostruzione che ha appaltato il suo studio? «Man mano si sono delimitati», ha spiegato Lisi. «Abbiamo presentato solo 50 pratiche legate alla ricostruzione: di queste ne sono state realizzate tredici. La mia posizione di assessore non mi ha mai favorito nella ricostruzione, non ho commesso nulla e non ho fatto nulla di illecito. Questo mi dà tranquillità e serenità. Sono l’Ermanno Lisi di sempre». Lisi, la cui posizione è stata archiviata, è stato intercettato il 30 novembre 2010, diciotto mesi dopo il terremoto, a colloquio con un architetto aquilano. «L’Aquila ormai si è aperta», le parole pronunciate da Lisi al telefono, «e le possibilità sono miliardarie. Abbiamo avuto il culo di...del terremoto. Con tutte ’ste opere, è l’ultima battaglia della vita. Farsela scappare è da fessi». Questa sera un’intervista all’ex assessore Lisi sarà mandata in onda anche da Servizio pubblico la trasmissione di La7 condotta da Michele Santoro. L’intervista è stata realizzata da Sandro Ruotolo.

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