ROMA La concorrenza dell’alta velocità sulla Roma-Milano mette a terra Ryanair. La compagnia low cost ha deciso di cancellare il collegamento tra Orio al Serio e Ciampino e dietro questa decisione ci sarebbe proprio il fatto che il treno ruba sempre più passeggeri agli aerei. Che la situazione fosse sempre più difficile, del resto, non l’ha mai nascosto nemmeno Alitalia, che dal marzo scorso ha anche perso il proprio monopolio sulla tratta più redditizia, dove è arrivata la low cost inglese Easyjet. Da aprile Ryanair non collegherà più l’aeroporto di Orio al Serio con Roma Ciampino. Gli ultimi voli prenotabili on-line con il vettore low cost, l’unico a garantire il collegamento con Roma dallo scalo bergamasco di Orio al Serio, sono quelli di sabato 29 marzo. Inizialmente si era pensato a un problema tecnico, vista l'intenzione di Ryanair di spostare progressivamente i voli romani da Ciampino a Fiumicino. Ma i collegamenti dell'orario estivo non prevedono più alcun volo da Orio a nessuno scalo della capitale. Sulla questione però bocche cucite sia da Sacbo, la società che gestisce lo scalo di Orio, sia da Ryanair. Che intanto ieri ha annunciato 9 nuove nomine del senior management che saranno effettive il prossimo 1 febbraio e che «concludono - ha spiegato Michael ÒLeary - la prima significativa riorganizzazione del senior management da quando Ryanair si è quotata in borsa nel 1997». Intanto prende forma il nuovo Piano nazionale degli aeroporti, sul quale il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha presentato un’informativa al Consiglio dei ministri, e che individua 11 scali strategici e altri 26 di interesse nazionale. «L’Italia non sarà più il Paese dei 100 aeroporti vicini che si fanno concorrenza tra loro», spiega il ministro in un tweet: «Si inizia a ragionare in termini di sistema». Il Piano divide il territorio in dieci bacini di traffico e per ciascuno identifica un aeroporto strategico, con l’eccezione del Centro-Nord, dove ce ne sono due (Bologna e Pisa-Firenze, a patto che si realizzi la gestione unica): tra gli 11 scali strategici figurano i gate intercontinentali di Fiumicino, Malpensa e Venezia, ma anche Bari, Lamezia e Catania (promossi a strategici perché in quel bacino non insisteva nessuno scalo inserito nella core network). A questi si aggiungono ulteriori 26 scali di interesse nazionale, che dovranno soddisfare alcune condizioni su cui verrà effettuata una verifica periodica. Il Piano prevede anche altre misure, tra cui strategie di potenziamento delle infrastrutture aeroportuali e dell’accessibilità ed intermodalità e misure di razionalizzazione dei costi dei servizi aeroportuali. Ma il Piano solleva già le prime critiche, che arrivano, come era prevedibile, dagli scali rimasti fuori dalla lista: il sindaco di Torino Piero Fassino ha fatto sapere che chiederà immediatamente un incontro al Ministro Lupi per un chiarimento e per chiedere l’inclusione dell’aeroporto di Torino tra gli scali strategici.