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Pescara, 25/11/2024
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Data: 18/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Verso il voto (Abruzzo) - Regionali, la corsa dei candidati. Testa, Di Giuseppantonio e Del Corvo pronti a dimettersi dalle Province, sicuri Vallescura e Monticelli

PESCARA C’è chi ci sta pensando. Chi aspetta la sollecitazione del partito, chi ha quasi deciso, chi prepara l’annuncio. Tra lunedì e venerdì si chiude la finestra a disposizione di quelle figure politiche, istituzionali e professionali obbligate a dimettersi o a mettersi in aspettativa dai loro incarichi per candidarsi alle elezioni regionali del 25 maggio. Sono i presidenti e assessori di provincia, i sindaci dei comuni al di sopra dei 5mila abitanti, i ministri e i sottosegretari, i funzionari regionali, i magistrati, i direttori delle Asl, i presidenti delle aziende pubbliche.... Lo stabilisce una legge regionale vecchia ormai di 10 anni (la n. 51 del 2004), approvata all’epoca per impedire, riuscendoci, la salita in Regione all’allora sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso. Il limite ultimo per le dimissioni dovrebbe essere la mezzanotte del 24. Il condizionale è d’obbligo perché anche gli addetti ai lavori sono incerti nella conta dei 90 giorni necessari dalla presentazione delle liste, fissata quest’ultima dalle ore 8 del 30° giorno alle ore 12 del 29° antecedente la data del voto. Tra i sindaci si sono già dimessi per candidarsi l’ex primo cittadino di Silvi Gaetano Vallescura («Chiodi me lo chiede», ha detto qualche giorno fa), e l’ex di Pineto Luciano Monticelli (Pd). Ci sta pensando Francesco Mastromauro sindaco di Giulianova, che deve scegliere tra una rielezione cerca a sindaco e una elezione incerta a Palazzo dell’Emiciclo. Per quanto le Province e i loro presidenti, in teoria tre su quattro dovrebbero tornare al voto il 25 maggio in election day con le europee e le regionali. Solo la Provincia dell’Aquila scade nel 2015. Ma qui c’è l’incognita della riforma Del Rio. La Camera l’ha già approvata, ora tocca al Senato, anche se il ddl non è stato ancora calendarizzato. Se la riforma dovesse andare in porto, i presidenti delle province un mese dopo le amministrative, quindi tra il 25 e gli inizi di luglio dovranno convocare i sindaci per eleggere le nuove assemblee e il nuovo presidente che avranno funzioni molto ridotte rispetto a quelle attuali. Sarà la fine delle Province come le abbiamo conosciute finora. È per questo che le regionali possono essere una buona exit strategy per presidenti e assessori. A Pescara il presidente Guerino Testa aspetta il via libera del partito (Ncd) per dimettersi. La prossima settimana è previsto un vertice a Roma con Alfano e Quagliariello. Il suo assessore al Lavoro e compagno di partito Antonio Martorella annuncerà le dimissioni lunedì nel corso di un convegno. Il presidente della Provincia dell’Aquila Antonio Del Corvo (Ncd) ci sta pensando: «Mi sono messo a disposizione del partito. Se ritiene valida la mia candidatura alle regionali mi dimetterò, altrimenti resto in Provincia anche se quello che si aspetta sarà un anno di lacrime e sangue». A Chieti Enrico Di Giuseppantonio deciderà tra lunedì e martedì: «Sto valutando con gli amici del partito e con gli amministratori della provincia». Di Giuseppantonio potrebbe essere interessato anche a una candidatura alle politiche se il quadro nazionale dovesse peggiorare e portare allo scioglimento anticipato delle Camere. A livello di funzionari pubblici ci sono voci di una candidatura di Antonio Morgante, capo della segreteria di Chiodi. Naturalmente tra tutti i potenziali «ineleggibili» le attenzioni sono puntate sul sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini. Improbabili le sue dimissioni, ma il solo pensarle cambia gli scenari all’interno del centrosinistra, visto che da quelle parti la casella del candidato presidente è ancora vuota.

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