L'AQUILA Tirano dritti per la loro strada i movimenti e i comitati civici riuniti sotto il cartello «Indietro non si torna». L'ipotesi di ritiro delle dimissioni del sindaco Cialente non viene presa minimamente in considerazione perché come ha ricordato anche la senatrice grillina Enza Blundo, presente all'assemblea in Piazza Duomo, «questa amministrazione è delegittimata a governare la città». Le stesse parole usate dal sindaco dimissionario, che però imputa al Governo ed al ministro Trigilia di aver spogliato la maggioranza a Villa Gioia delle prerogative necessarie per guidare i processi di ricostruzione. Per i circa cinquecento presenti all'iniziativa pubblica di ieri pomeriggio, invece, l'inchiesta giudiziaria «Do ut des» è l'elemento determinante per la scelta del primo cittadino, viatico per elezioni amministrative anticipate a cui almeno a parole questa parte della città sembra già pronta. Con quali programmi e quali prospettive è ancora tutto da valutare. Le parole più invocate nella struttura provvisoria situata nel cuore della città dalla mattina del 6 aprile 2009 sono «trasparenza» e «partecipazione». Suggestiva la proposta di Vincenzo Vittorini, consigliere comunale della lista civica L'Aquila che vogliamo, che parla di una «Costituente civica in grado di dare risposte alle esigenze di cambiamento della città». Probabilmente il recupero di un'identità andata in frantumi è la necessità più impellente per la comunità aquilana, divisa in blocchi contrapposti tra favorevoli e contrari alle dimissioni di Cialente e al suo eventuale dietro front. Ipotesi, quest'ultima, remota ma secondo molti non così peregrina, a dispetto delle dichiarazioni pubbliche rilasciate sui media e agenzie di stampa. Due manifestazioni in due giorni, due piazze diverse, due anime diverse della città che, al di là delle presenze in termini numerici (poco esaltanti anche nel caso dell'iniziativa del centrosinistra al Castello), si contrappongono e si lanciano accuse e strali, rinfacciandosi e imputando colpe per lo stato di confusione che gli arresti e gli avvisi di garanzia dei giorni scorsi hanno solamente amplificato, rendendo l'immagine dell'Aquila opaca e grigia. Per qualcuno il ritorno al voto è necessario, come ha già detto pubblicamente il consigliere di Forza Italia Guido Liris a cui si è aggiunto anche il coordinamento regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Armando Foschi, uscito allo scoperto con una nota ufficiale. «Ci auguriamo che le dimissioni non siano l’ennesima rappresentazione teatrale del sindaco Cialente e del centrosinistra per tentare di riabilitare, con l'ausilio anche di pseudo-manifestazioni di piazza, una classe dirigente che quotidianamente ha dato prova di inadeguatezza. Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, nel ritenere ormai archiviata la fallimentare esperienza amministrativa del centrosinistra alla guida della città de L’Aquila, auspica un rapido ritorno al voto al fine di eleggere una nuova amministrazione capace di gestire la fase della ricostruzione e ridare credibilità istituzionale al capoluogo di Regione».