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Data: 20/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Tangenti in Abruzzo - De Fanis e la lettera di una moglie innamorata. Amo Gigi non ha cercato di avvelenarmi

La voce è limpida, le parole pacate. Il dolore è pieno di pudore. La lettera che la signora Rosanna Ranieri ha scritto al nostro giornale è un esercizio di civiltà, di forza d’animo e di pazienza infinita. La signora è la moglie dell’ex assessore regionale Luigi De Fanis, dal 12 novembre agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Montazzoli. De Fanis è accusato di fatti gravi legati alla sua funzione di amministratore pubblico. I giornali e le televisioni di tutto il paese lo hanno messo sotto pressione, sottolineando, con tutta la colpevole morbosità del caso, anche la sua presunta relazione con l’ex segretaria, una storia dai contorni ancora poco chiari. Ma ciò che ha spinto la signora a uscire dalla sua dolorosa riservatezza è l’accusa più incredibile, per la quale la procura di Lanciano ha aperto una indagine: De Fanis, il suo «Gigi», avrebbe pensato di ucciderla, forse per millantare la forza di un amore clandestino. Come si può reagire a una tale notizia? Rosanna Ranieri lo ha fatto, ci sembra, da donna profondamente innamorata. Lo si capisce soprattutto dal senso di colpa che questa vicenda le ha scatenato: «Mi chiedo», scrive, «se anch’io come donna e come moglie, possa avere qualche responsabilità; mi chiedo se c’è stato un qualche segnale di disagio che non ho saputo cogliere». Non sappiamo che cosa diventi una casa quando si trasforma in un carcere domiciliare. In quella dei De Fanis c’è certamente una lezione da imparare.

La moglie di De Fanis: amo Gigi non ha cercato di avvelenarmi

La donna interviene sull’accusa di tentato omicidio: se fosse vero non starebbe ai domiciliari con me La lettera al Centro è una difesa a tutto campo del marito, come uomo e come amministratore

PESCARA E’ rimasta appartata, in silenzio mentre l’inchiesta per presunte tangenti travolgeva il marito Luigi De Fanis, ex assessore regionale alla Cultura agli arresti domiciliari dal 12 novembre per concussione, truffa e peculato. Da quel giorno, Rosanna Ranieri, la moglie di De Fanis, medico ortopedico di 53 anni, ha vissuto quotidianamente con il marito costretto dalla misura cautelare proprio sotto il tetto di Montazzoli accanto alla moglie che, nel frattempo, scopriva del legame tra De Fanis e la sua ex segretaria Lucia Zingariello e riceveva gli avvocati che spiegavano anche a lei le accuse che la procura di Pescara contestava a De Fanis. Ranieri non ha accompagnato il marito agli interrogatori in tribunale, è rimasta nell’ombra fin quando il suo nome non è stato tirato in ballo dall’antagonista, dalla segretaria indagata sempre per concussione, truffa e peculato che al pm avrebbe detto: «De Fanis mi ha detto che voleva avvelenare la moglie». Così Ranieri ha preso carta e penna e ha scritto una lettera d’amore a “Gigi”, come viene chiamato l’ex assessore Luigi dagli amici, e di difesa del marito che, come atto dovuto, si è ritrovato indagato anche dalla procura di Lanciano con l’accusa di aver cercato di uccidere la moglie Ranieri. «Sapere che Gigi», scrive la donna, «è indagato per aver tentato di uccidermi è una cosa che, in altri tempi, mi avrebbe fatto ridere ma che oggi, con tutto quello che è stato scritto di mio marito, mi dà ancora di più la conferma di come si possa distruggere un uomo. Io non corro alcun rischio», scrive la donna, «visto che convivo con mio marito sotto lo stesso tetto. Spero che il pm faccia presto a chiudere questa indagine e ad archiviarla in modo da restituire a me e Gigi un po’ di serenità», si avvia alla conclusione la donna sollevando le stesse perplessità dei legali di De Fanis, Massimo Cirulli e Domenico Frattura, che appena hanno saputo dell’inchiesta bis della procura di Lanciano si sono chiesti come mai De Fanis che, per l’accusa avrebbe cercato di uccidere la moglie, fosse agli arresti ai domiciliari proprio con la signora. Intanto, oggi l’ex assessore chiederà alla procura di essere interrogato. L’indagine di Lanciano farà luce su quello che è accaduto mentre la procura di Pescara continua a lavorare sul filone principale, quello nato dalla denuncia dell’imprenditore e musicista Andrea Mascitti che ha raccontato alla Forestale di aver ricevuto richieste di presunte tangenti dall’ex assessore. E’ questa l’inchiesta che, il 12 novembre, ha portato agli arresti ai domiciliari De Fanis e la sua segretaria Zingariello – da tempo tornata in libertà – coinvolgendo altre due persone: Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione ed Ermanno Falone, legale rappresentante dell’associazione Abruzzo Antico. Per l’accusa, De Fanis avrebbe chiesto presunte tangenti al musicista Mascitti per finanziare alcune sue manifestazioni. L’imprenditore ha registrato gli incontri con l’ex assessore alla Cultura e poi è andato in procura facendo emergere l’inchiesta per presunte tangenti abbinate alle manifestazioni culturali.

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