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Pescara, 25/11/2024
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Data: 20/01/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Le dimissioni del Sindaco Cialente - Cialente pronto a ripensarci. Un’altra volta. Mille sostenitori gli hanno chiesto di restare. Quando venne rieletto erano ventimila (Sondaggio filtabruzzo: giuste le dimissioni di Cialente?)

L’AQUILA Dalla segreteria del partito l’endorsement non è ancora arrivato, e dal Governo nemmeno. Il ministro Carlo Trigilia resta ovviamente al suo posto (e perché non dovrebbe?), ma al Comune dell’Aquila soffia aria di ripensamento. Nessuna delle richieste è stata esaudita, ma Cialente potrebbe ritirare le dimissioni. Per l’ennesima volta, la quinta. Questi, almeno, i rumors alla vigilia della riunione della direzione nazionale del Pd, dalla quale tuttavia i vertici locali attendono almeno un segnale di facciata. Certo, se non dovesse giungere neanche quello, la situazione si complicherebbe parecchio per un partito che in questo momento non fa i salti di gioia all’idea di dover affrontare le elezioni. Troppa disaffezione tra la gente, e non solo per le vicende giudiziari delle ultime settimane, che sono ancora tutte da dimostrare. Le mille persone, tra le quali numerose «presenze» provenienti dalla costa, che hanno manifestato a favore del sindaco di missionario per indurlo a restare, sono ben poca cosa se paragonate a quei 20495 voti grazie ai quali al ballottaggio del 2012 era stato confermato alla carica di primo cittadino dell’Aquila. Sempre in termini di presenze, sono sono invece significative le circa 500 quelle richiamate qualche giorno prima dai comitati, che certo non dispongono dell’apparato organizzativo del Pd, con tanto di speakeraggio al Progetto Case. Niente di nuovo sotto il sole, comunque, perché basta rileggere «Fontamara», nel quale il «socialista senza partito e cristiano senza chiesa» Ignazio Silone, descrive le parate oceaniche del regime. «In piedi, in piedi. Gridate forte: viva i podestà, viva gli amministratori onesti, viva gli amministratori che non rubano». I contadini del Fucino volevano l’acqua, gli aquilani vogliono le case, all’insegna di una ricostruzione possibilmente trasparente, e non appannaggio di poche decine di eletti. Questo chiedono i comitati perché il terremoto c’è stato per tutti, ma la ricostruzione è ancora roba per pochi. «Prendiamo atto con rammarico delle dimissioni del sindaco Cialente che invitiamo a tornare sulle sue decisioni. In ogni caso il governo proseguirà il suo impegno per L'Aquila, i suoi cittadini e per la ricostruzione del dopo terremoto». Questa l’unica dichiarazione di peso, da parte del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, all’indomani delle dimissioni di Cialente. Per il resto buio totale. Oggi, secondo fonti interne al partito, si attende almeno una presa di posizione da parte dei vertici nazionali del Pd sul buon operato legato al settennale di Cialente. Se arriverà, secondo i ben informati, il sindaco potrebbe essere disposto a ritirare le dimissioni. E fanno cinque.

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