Fate il vostro gioco, rien ne va plus. La posta è ormai sul tavolo, rosso o nero, anche se non è chiaro chi vincerà. La scorsa settimana è successo di tutto, manifestazioni in piazza, lavoro diplomatico sotto traccia con il governo, le mazzate della stampa nazionale che hanno disegnato L’Aquila come Gomorra. Oggi la maggioranza del dimissionario Massimo Cialente si riunirà di nuovo in conclave alle 11.30, per ribadire la necessità di avere un sindaco. Il tempo è scaduto: sembrano voler dire, Cialente deve decidere. Intanto la senatrice Stefania Pezzopane continuerà a lavorare con il sottosegretario Legnini per aver al più presto un incontro con il ministro Saccomanni. Lo scopo è avere la certezza che all’Aquila il miliardo elvetico sarà assegnato. Del resto, solo un risultato concreto potrebbe far cambiare idea al sindaco. Secondo la senatrice democrat il sindaco ieri era più sereno soprattutto all’indomani del flop della manifestazione dei suoi oppositori, ma ha ancora bisogno di tempo per pensare. Intanto molti esponenti della municipalità si sono detti infastiditi dall’immagine della città che viene dipinta. «L’Aquila è un debito con la nazione - ha detto il presidente del Consiglio, Carlo Benedetti - quindi tutto ciò che serve per pulire la coscienza degli italiani, fa comodo. Troppo facile far passare L’Aquila come la città del malaffare che non merita di essere ricostruita. La cosa grave è che il cavalli di Troia sono dentro le mura». Anche l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano bolla la stampa nazionale, che «stravolge e mistifica i fatti senza nessuna ricerca della verità. In modo impetuoso si è avviato un massacro, una gogna mediatica che si è abbattuta con inusitata violenza sulle persone più esposte durante e nell’immediato post sisma, senza alcun distinguo per responsabilità e poteri».
Secondo Di Stefano c’è un filo che collega tutti gli eventi: «La volontà di non dirottare alla ricostruzione aquilana uno dei 5 miliardi di rientro dalla Svizzera. Ecco perché il sindaco è d’ingombro, e con esso la Giunta, i consiglieri e tutta la classe dirigente che si è sempre battuta per risorse certe». Se Cialente dovesse tornare in Municipio la sua maggioranza potrebbe acquistare anche Angelo Mancini dell’Idv-L’Aquila Oggi, che subito dopo gli arresti aveva chiesto l’azzeramento della giunta, ora invece è convinto che un vero segnale di cambiamento potrebbe arrivare dalla rotazione dei dirigenti. «Un commissario ci porterebbe tutti nel baratro», ribadisce.
In casa centrodestra, intanto, non sono piaciuti i toni usati dalla senatrice Pezzopane in occasione del Cialente pride. Quella parola «sterminiamoli» sembra aver turbato la senatrice di Fi, Paola Pelino: «Inneggiare allo sterminio è una espressione che la senatrice Pezzopane avrebbe dovuto assolutamente evitare. Questa volta ha toccato il fondo. Si deve vergognare. Chieda scusa al Pdl e a tutti gli italiani». Dello stesso avviso Alfonso Magliocco che rileva anche che se il governo ora dovesse dire sì a proposte che già in passato aveva ritenuto irricevibili, questo sarebbe il segno di una lotta intestina del Pd fra Trigilia, Letta, Renzi, Cialente, Pezzopane che si sta combattendo sulla pelle dell’Aquila».