PESCARA Esiste una stretta correlazione tra l’inquinamento da polveri sottili e l’aumento, nei bambini, di infiammazioni respiratorie come asma, bronchite, dermatite, congiuntivite e rinite. Lo spiega, dati alla mano, Gaetano Silvestre, direttore del dipartimento di Fisiopatologia respiratoria pediatrica dell’ospedale civile di Pescara, criticando il sistema delle domeniche ecologiche e delle strade chiuse adottato dall’amministrazione comunale per limitare i danni dell’aria sporca. In tutto il 2013, l’unità operativa ha erogato 2.800 prestazioni: un numero leggermente al di sotto dell’anno precedente. Nel 2012 i piccoli che si sono rivolti al reparto sono stati 2.847, a fronte dei 2.477 del 2011 e dei 2.048 del 2010. Una crescita graduale negli ultimi quattro anni (21% in più nel 2011 e 15% in più nel 2012), divenuta stazionaria nell’anno appena trascorso. «A partire dal 2010», sottolinea Silvestre, «si è registrato un numero di superamenti di Pm10 e Pm2,5 quasi doppi rispetto a quelli previsti dalla legge. In parallelo sono cresciute le malattie respiratorie nei bambini, che sono particolarmente vulnerabili sia per condizioni anatomiche che immunitarie. L’esposizione acuta a particelle in sospensione contenenti metalli, come quelle derivanti dai combustibili fossili usati come carburanti, possono causare un vasto spettro di risposte infiammatorie nei più piccoli, soprattutto a livello delle vie respiratorie e del sistema cardiovascolare». I bimbi trascorrono la maggior parte delle giornate in ambienti sigillati, con scarso ricambio d’aria ma con presenza di acari, animali domestici, muffe e tabacco. E la situazione non migliora all’aperto: se si corre aumenta la frequenza respiratoria, facilitando l’ingresso di inquinanti. Inoltre la scarsa qualità dell’aria si somma ai cambiamenti climatici che hanno modificato il calendario pollinico, favorendo fioriture inconsuete persino a gennaio. «L’altro giorno il termometro segnava 18 gradi», avverte il luminare, «e questo vuol dire che siamo in piena fioritura delle graminacee. Con l’alluvione di fine novembre, inoltre, gli agenti inquinanti si sono rimescolati, spostandosi dalle zone maggiormente a rischio come via Firenze, viale Bovio e Santa Teresa a tutta la città». Secondo Silvestre, la situazione ambientale rappresenta «una vera e propria emergenza» poiché il danno diventa maggiore se l’esposizione passa dal livello «acuto» e quindi «occasionale», a quello «persistente», come accade vivendo in zone perennemente inquinate. Da uno studio effettuato su 37 bimbi abruzzesi tra i 7 e i 14 anni, tutti asmatici in pausa farmacologica da un mese, è venuto fuori che il minor inquinamento atmosferico determina una riduzione di infiammazione dell’apparato respiratorio. La cosiddetta «terapia dell’aria pulita», secondo il luminare, è altrettanto valida rispetto a quella eseguita con i farmaci. «Gli interventi e i rimedi attuati fino ad oggi», evidenzia Silvestre, «come i pomeriggi limitati al traffico in alcune zone della città e le domeniche ecologiche sul lungomare e in centro, non sono stati sufficienti. Oltre al fattore pseudo-educativo hanno determinato solo un’inutile calca di automobili nelle strade parallele, peraltro già intasate durante tutta la settimana, e hanno paradossalmente comportato un incremento delle polveri, come dimostrato dai dati dell’Arta».