PESCARA È rimasto in silenzio tre ore, ha ascoltato tutti gli interventi senza replicare al microfono. Berardino Fiorilli ha riempito un taccuino di appunti. Solo dopo, a microfoni spenti, ha detto la sua spiegando letteralmente sul tavolo della sala commissioni le tavole del progetto di corso Vittorio Emanuele. L'assessore alla Mobilità ha premesso togliendo ogni speranza a chi chiede di sospendere i lavori avviati: «Il progetto andrà avanti e a maggio riconsegneremo alla città un corso gioiello, al posto della camera a gas attuale». Ha ammesso che «sì, in effetti avremmo potuto comunicare meglio i dettagli, ma se non l'abbiamo fatto non è stato certo per coprire chissà quale scopo recondito, come qualcuno vorrebbe far credere». In realtà, aggiunge Fiorilli, l'appalto era stato aggiudicato in estate e a settembre si era pronti per partire subito con i lavori su corso Vittorio. «Se non l'abbiamo fatto - sottolinea - è stato proprio per eccesso di trasparenza e non certo per far trovare i cittadini davanti al fatto compiuto, come afferma in maniera strumentale il centrosinistra». Carte alla mano, Fiorilli perora la causa sostenuta prima in aula dal suo mèntore Masci e indica, pezzo su pezzo, gli step del cantiere: «Prima c'erano 50 posti-auto su corso Vittorio e basta. Ora, con la riqualificazione, ne avremo 160: 70 ricavati sulla controstrada nelle aree di risulta e 90 nel nuovo parcheggio di via Pisa. Senza contare i 160 posti-auto che stiamo realizzando poco più a nord, davanti al Bingo».
E poi c'è il cuore del progetto ovvero il futuro prossimo di corso Vittorio Emanuele: «Ma quale caos, quale ingorgo? Con otto metri di careggiata a doppio senso al centro dell'asse stradale, il traffico scorrerà senza intoppi. Vi passeranno solo i mezzi pubblici, compresa la filovia se un bel giorno partirà, le auto dei residenti, i taxi e i disabili, tutti gli altri sceglieranno naturalmente la controstrada e corso Vittorio tornerà a nuova vita».