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Pescara, 25/11/2024
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Data: 21/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Assalto ai Caf per mini-Imu e Tares. Pressing dei Comuni, ma il governo non intende spostare la scadenza del 24. I consumatori minacciano ricorsi

ROMA Conto alla rovescia per il pagamento della mini-Imu sulla prima casa e della maggiorazione Tares: mancano quattro giorni alla scadenza del 24 gennaio, il “venerdì nero”, e i Caf sono presi d’assalto dai contribuenti che devono pagare il saldo. Nonostante il pressing dei Comuni che hanno chiesto una proroga, il governo non intende muoversi dalla “dead-line” fissata. Le associazioni dei consumatori denunciano il caos delle scadenze fiscali e si dicono pronte a presentare ricorsi in caso di eventuali sanzioni. Alla cassa sono chiamati 10 milioni di proprietari di prima casa che devono pagare la parte residuale della seconda rata Imu nei 2.377 Comuni che hanno alzato l’aliquota nel 2013. Secondo le stime dei centri di assistenza, il pagamento della mini-Imu in media si aggira sui 41 euro. I contribuenti devono poi versare la maggiorazione Tares nelle amministrazioni comunali che non l’hanno accorpata al pagamento della Tarsu o della Tia entro il 16 dicembre: si tratta di un balzello aggiuntivo di 30 centesimi al metro quadro che dovrà portare nelle casse dello Stato tra 1,1 e 1,2 miliardi di euro circa. «Stiamo lavorando al massimo - sottolinea il coordinatore della consulta dei Caf, Valeriano Canepari - per dare risposta alle migliaia di contribuenti che affluiscono nelle nostre sedi. La gente è costretta a lunghe attese, soprattutto in città come Roma, Napoli, Bologna e Milano, poichè non abbiamo potuto prendere personale stagionale, non avendo avuto modo di prepararlo, e non abbiamo potuto organizzare un servizio più strutturato a causa delle feste natalizie. Siamo operativi dal 7 gennaio e in 10-12 giorni abbiamo dovuto far fronte alla situazione». Canepari ricorda che «lo statuto del contribuente prevede che tra l’approvazione di una norma e la sua applicazione deve essere lasciato un adeguato lasso di tempo: in questo caso non c’è stato - osserva - come non c’è stato sul pagamento della seconda rata dell’Imu sulle seconde case». In caso di ritardo o mancato pagamento il contribuente moroso può mettersi in regola: la sanzione è pari al 3% se il pagamento viene eseguito entro 30 giorni dalla scadenza prescritta o al 3,75% se si paga con un ritardo superiore a 30 giorni. Per chi si mette in regola entro 14 giorni dalla scadenza la multa si riduce. Quanto alla possibilità di fare ricorso, spiega Canepari, appare un po’ «debole», soprattutto dopo che le persone hanno pagato e comunque il compito spetta alle associazioni dei consumatori». È corsa contro il tempo anche per evitare il taglio “lineare” delle detrazioni fiscali previsto dalla legge di stabilità. Il governo dovrà fare un primo riordino delle agevolazioni entro il 31 gennaio. In caso contrario la detrazione Irpef al 19% riconosciuta su spese mediche e mutui si ridurrà al 18% per l’anno di imposta 2013 e al 17% per il 2014. «È auspicabile - afferma Canepari - che l’esecutivo decida con una certa rapidità il tipo di soluzione che vuole adottare sul taglio delle detrazioni perché se non si procede a una rivisitazione verranno automaticamente ridotte di un punto. Nel dibattito di questi giorni si sta affacciando una soluzione che lega le detrazioni al reddito: questo ha una sua logica perequativa, però va deciso subito perché ci sono scadenze legate a questa scelta, come la dichiarazione dei redditi e il modello Unico che scadono a maggio». Tempi stretti anche sul fronte Tasi. Non è ancora stata definita la soluzione che permetterà ai Comuni di alzare l’aliquota 2014 tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille per consentire le detrazioni a favore delle famiglie più deboli. I sindaci chiedono che la modifica sia apportata il prima possibile ed è per questo che la correzione potrebbe non confluire più in un emendamento al dl enti locali ma in un decreto ad hoc o nel “decreto Lupi” sugli sfratti che potrebbe arrivare entro la fine del mese.

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