TAGLIACOZZO Lo sconquasso, ormai, è generalizzato e definire di pubblica utilità il servizio ferroviario sulla linea Pescara-Avezzano-Roma equivale a clamorosa e goffa bugìa. La situazione: il guasto alla sottostazione elettrica di Avezzano ancora permane e occorreranno ancora giorni per il suo ripristino. Bus sostitutivi col contagocce, soltanto qualche raro convoglio con locomotore diesel riesce a percorrere la tratta interrotta tra Avezzano e Tivoli. I disagi sono indescrivibili. Prevalgono su ogni altra constatazione negativa, il disastro organizzativo e l’approssimazione operativa nell’affrontare un’emergenza del genere. Cose da terzo mondo. E mentre salgono rabbia e indignazione dei pendolari che sono i più colpiti dal persistente disservizio, su di essi si abbatte una ulteriore batosta. Il treno regionale numero 23690 da Roma-Tiburtina per Pescara delle 16,33, dal prossimo 3 febbraio anticiperà la partenza alle 16,30 con obbligo di fermata anche a Guidonia-Montecelio. Ciò significa per i pendolari un viaggio di rientro in Abruzzo più scomodo e disagevole causa il prevedibile aumento di passeggeri che faranno scalo a Guidonia. In sintesi, si è declassato e appesantito il servizio verso l’Abruzzo, sono state favorite le richieste avanzate dal versante politico laziale. Concludendo, si può affermare che i rappresentanti politici abruzzesi (il senatore Piccone, gli assessori regionali Di Paolo e Morra, il presidente della Provincia Del Corvo, il consigliere provinciale De Cristofano ed altri), recatisi lo scorso 10 dicembre in delegazione dal ministro Lupi per risolvere il problema della mobilità su rotaia di una regione fin troppo dimenticata, malgrado le enfatiche promesse dell’uomo di governo, non hanno trovato il minimo ascolto. Tutto come prima, forse peggio. A stringere, in base alle ultime novità annunciate sul sito ufficiale della Regione Lazio, diciamo che non hanno avuto forza contrattuale a sufficienza e, per dirla tutta, non hanno fatto una bella figura.