PESCARA Non solo la polizia ferroviaria, ma anche la volante è dovuta intervenire lunedì sera per sgomberare la stazione dagli oltre cento senzatetto per la prima notte di chiusura dello scalo ferroviario, come disposto da Rfi. Un’operazione lunga e complessa, iniziata intorno alle 22 e finita all’una (la stazione chiude alle 23.15 e riapre alle 4,45) tra le proteste e le contestazioni degli «ospiti» che, costretti a lasciare l’atrio e i vari locali, se la sono presa con i poliziotti per poi stendersi fuori, davanti alla stazione, in segno di protesta. Tra loro, un’intera comunità rom di circa 45 persone che si è riversata nel tunnel pedonale a sud della stazione, una trentina di presenze fisse tra italiani e comunitari e poi congolesi, magrebini e perfino un disabile in carrozzella. «Ci chiedevano dove andare», racconta il comandante della Polfer Davide Zaccone, «ma oltre a chiedere il nostro intervento per tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica a fronte di questo provvedimento, non abbiamo avuto indicazione su dove mandarli. Nessuna lista, nessun segnale dalle istituzioni locali se non il grande apporto del questore per trovare una soluzione a quello che rischia di diventare un problema di ordine pubblico». Lo hanno capito anche sindaco e assessore alle Politiche sociali che ieri pomeriggio, in una nota, oltre a dire (smentiti dalla Polfer) che già da lunedì sera il mezzo del Centro operativo sociale comunale «era fuori dalla stazione per portare in albergo o in dormitorio tutti coloro che accetteranno tale soluzione», si sono appellati al prefetto D’Antuono affinché convochi «una riunione urgente e straordinaria del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza per affrontare il caso della presenza notturna dei clochard all’esterno della stazione centrale». Un’emergenza non più solo sociale, ma anche di ordine pubblico dunque, mentre secondo quanto disposto da Rfi che per due anni ha aspettato soluzioni da parte delle istituzioni cittadine, le guardie giurate affiancate in un primo periodo da due poliziotti della Polfer senza più l’ausilio dei quattro militari dell’esercito, dovranno garantire nelle ore notturne l’ingresso e l’uscita dei passeggeri dalla stazione. «La verità», sostengono Mascia e Cerolini, «è che, resi disponibili i posti letto, né il Comune né le tante associazioni che operano con il Comune possono costringere ad andare in alberghi e dormitori i clochard che rifiutano sistemazioni alternative. A questo punto esprimiamo la nostra forte preoccupazione circa la presenza dei senzatetto, segnalata dalla stessa Polfer, all'esterno della stazione».