Quasi un blitz, anzi vari blitz in piena regola quelli di Danilo Broggi, ad di Atac voluto dall’assessore Guido Improta per far luce sulla mala gestione degli ultimi anni. Da Natale, fino a pochi giorni fa. Visite in incognito, di Broggi, alle stazioni della metro «travestito» da turista, impegnato a chiedere informazioni a destra e a manca. Morale? Nessuno, o quasi degli addetti, stazionati vicino ai tornelli, ha saputo dare informazioni. E così la notizia ha fatto il giro dell’ultimo consiglio di amministrazione, suscitando l’ammirazione di qualcuno e il disprezzo di chi ha sempre cercato di mantenere lo status quo, occultando il malessere di chi viaggia sui mezzi pubblici. Decine di addetti, parte dei quali in carico alla società che garantisce la sicurezza, divenuta l’unica interfaccia con il pubblico, incapaci di dare una qual si voglia risposta. Proprio di questo l’ad si sarebbe lamentato con alcuni colleghi, paventando la possibilità di inserire 150 nuovi addetti nelle stazioni per facilitare l’interfaccia con il pubblico.
LA MOBILITAZIONE
Molti impiegati si sarebbero addirittura rifiutati di fornire informazioni, perché non di loro competenza. L’ad avrebbe anche scoperto che parte del personale che avrebbe dovuto essere impiegato ai tornelli non c’era. Una segnalazione quella della mancanza di presidi, confessa Broggi durante il cda, verificata di persona .
I SORVEGLIANTI
Mentre l’unica presenza, quella dei sorveglianti, non dà garanzia sulle informazioni ai passeggeri, a parte qualche caso raro. E così ora l’Atac vorrebbe mettere in campo circa 150 persone in divisa, a disposizione del pubblico, pronte a dare indicazioni. Questo, ovviamente, di giorno, durante le ore di punta, nelle stazioni con maggiore affluenza di turisti. Ennesimo biglietto da visita della città lasciato vuoto finora dalla malagestione dell’azienda, che adesso l’ad vuole riempire.