L’AQUILA È Fabrizio Barca l'asso nella manica di Massimo Cialente, che oggi a mezzogiorno ritirerà le dimissioni annunciate l'11 gennaio scorso. L'altro nome di peso nei nuovi assetti politici a Villa Gioia è quello di Giovanni Lolli, che il sindaco vuole assolutamente al suo fianco per vestire i panni di vice sindaco, ruolo ricoperto ad interim da Elisabetta Leone (Sel) dopo le dimissioni di Roberto Riga, indagato nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte mazzette negli appalti post terremoto che ha portato ad avvisi di garanzia ed arresti nel mondo della politica locale e dell'imprenditoria. Un terremoto giudiziario che aveva portato Cialente, che non è indagato né è stato raggiunto da alcun provvedimento della magistratura aquilana, a rassegnare le dimissioni. «Schiacciato dai poteri forti e delegittimato dal Governo»: con queste parole il primo cittadino aveva salutato tutti, definendo le dimissioni "irrevocabili" anche di fronte ad un intervento del premier Enrico Letta o del segretario del Pd Matteo Renzi. In questi dieci giorni sono stati frenetici i contatti ed i tentativi per far tornare indietro l'ex parlamentare Ds, soprattutto da parte degli alleati in Comune e dei fedelissimi che alla fine lo hanno convinto ad un nuovo colpo di teatro dopo quelli degli anni scorsi. Per cercare di ricucire i rapporti con l'Esecutivo nazionale e con il ministro della Coesione territoriale Carlo Trigilia la scelta è stata quella di puntare sulla collaborazione proprio del predecessore di Trigilia, che quel ministero lo conosce come le sue tasche e che potrebbe rappresentare la chiave di volta per riuscire ad ottenere un interlocuzione costante con Roma e strappare garanzie per le risorse necessarie per la ricostruzione. L'ex ministro «tecnico», dopo la fine della sua esperienza con il Governo Monti, ad aprile 2013 ha iniziato l'avventura politica nel Pd con un tour che lo ha portato in giro per l'Italia per incontrare iscritti e militanti. Fabrizio Barca, nome gradito in molti ambienti del centrosinistra dove qualcuno addirittura lo rimpiange, andrebbe a ricoprire il ruolo di grande consigliere o consulente del primo cittadino, un po' come accaduto a Milano con Piero Bassetti, dove il politico ed imprenditore ha dapprima sostenuto e poi consigliato il sindaco Giuliano Pisapia. Un'indiscrezione che arriva da fonti attendibili e che se confermata rappresenterebbe un vero e proprio segno di discontinuità con il passato recente. Così come c'è attesa per valutare i nuovi assetti della Giunta che secondo una parte del Pd sono necessari per testimoniare un cambiamento netto con il passato. Con buona pace di quanti si erano già mossi in vista dell'election day, anche se tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra le difficoltà erano evidenti per individuare un candidato sindaco credibile. Dalle opposizioni, intanto, piovono strali contro l'annunciato ritorno in sella di Cilaente e dopo un lungo silenzio anche Giorgio De Matteis irrompe a gamba tesa sul sindaco. «Siamo di fronte all'ennesima cialentata, rappresentante di un partito indegno di guidare questa città. Bene avrebbe fatto ad azzerare la giunta all'indomani dell'inchiesta. La pagliacciata delle dimissioni è un non senso dal punto di vista politico». E poi l'annuncio. «Al primo Consiglio comunale utile ci presenteremo in aula con le dimissioni firmate. Vedremo chi si assumerà la responsabilità delle proprie azioni». È giusto ricordare, infatti, che con le dimissioni del cinquanta per cento più uno dei consiglieri l'assemblea civica verrebbe sciolta. Dall'altro lato della barricata i comitati e movimenti civici, gli unici che sembravano pronti alle elezioni, minacciano di occupare il Consiglio comunale in caso (ormai è una certezza) di un ripensamento del sindaco. Il ritorno nella stanza al secondo piano di Villa Gioia, insomma, non sarà una passeggiata ed è chiaro a tutti che quella odierna è l'ultima chiamata per Cialente ed i suoi per provare a vincere la sfida della ricostruzione, ma non solo. Sul piatto ci sono questioni aperte che attendono una soluzione urgente, dal piano regolatore alla normazione delle aree bianche fino alla decisione da assumere sulle casette in legno dopo il terremoto. E questo solo per parlare di una parte dei problemi legati alla pianificazione e all'urbanistica della città che verrà. Ma altri temi devono rientrare nell'agenda politica, dai giovani all'università, per non parlare del lavoro che manca. Temi su cui non si può più traccheggiare e che per cui gli aquilani attendono risposte.