PESCARA La prima volta il suo partito scelse come governatore Ottaviano Del Turco. Altro che legge antisindaci: a non far candidare alle regionali l’allora primo cittadino di Pescara furono i notabili della Margherita e del centrosinistra. Franco Marini su tutti. La seconda volta, quando la magistratura tolse di mezzo Del Turco, fu la stessa Procura a impedirgli la marcia verso l’Emiciclo, indagandolo prima e riducendo la sua libertà poi. La stessa sera nella quale Gianni Chiodi diventava presidente della giunta regionale d’Abruzzo. Poco più di cinque anni fa. Da allora Luciano D’Alfonso si è tolto dallo stomaco pesi importanti, incassando l’assoluzione in primo grado nel celeberrimo processo «Housework» sul quale pende ora l’appello dell’accusa. In totale ha ottenuto cinquantuno vittorie, tra proscioglimenti e assoluzioni. «In Abruzzo non potrà accadere ciò che è avvenuto in Sardegna con Francesca Barracciu - spiega Luciano D’Alfonso - L’europarlamentare ha ricevuto un avviso di garanzia dopo le primarie. A quel punto il Partito democratico si è chiesto se i consensi su di lei fossero gli stessi. La Barracciu aveva perso venti punti...». E sì, la direzione regionale del Partito democratico abruzzese ha spazzato via ogni dubbio sulla partecipazione alle primarie dell’ex sindaco di Pescara. Il prossimo 2 marzo, data stabilita dalla coalizione, il centrosinistra sceglierà il candidato governatore per le regionali di maggio. «Io mi candido proprio perchè ci sono le primarie - cambia tono di voce Luciano D’Alfonso - uno stumento di alta democrazia, grazie al quale i cittadini possono scegliere chi deve rappresentarli. Io ricevo e ho ricevuto migliaia di sollecitazioni di cittadini e amministratori abruzzesi affinchè mi impegni alle prossime elezioni regionali. Sì, ora è ufficiale: ho dato la mia disponibilità. Sono un candidato alle primarie del centrosinistra». Insomma, l’articolo cinque dello statuto del Partito democratico, quello del codice etico, non è più un problema per D’Alfonso. Quel che resta da vedere ora è chi si candiderà nel centronistra contro un uomo che da mesi sta preparando la sfida delle regionali. Fuori i primi nomi: Franco Caramanico, il consigliere regionale di Sel, Giulio Sottanelli, il deputato teramano di Scelta Civica, l’ex senatore Alfonso Mascitelli, ora coordinatore dell’ex partito di Antonio Di Pietro, l’onorevole Tommaso Ginoble, ex assessore della giunta-Del Turco e dall’Aquila Giovanni Lolli, ex sottosegretario e parlamentare del Pd rimasto a casa dopo le ultime elezioni politiche. Nomi, strategie e programmi di un partito, il Pd, che punta a disarcionare Gianni Chiodi, candidato unico e indiscusso di tutto il centrodestra. «Ho cominciato a girare l’Abruzzo da molti mesi - ricorda Luciano D’Alfonso, tornando una e più volte in luoghi dove sono già stato in passato. Non credo siano tanti gli uomini politici che possono tornare tranquillamente dove magari avevano fatto promesse senza riuscire a mantenerle». Il viaggio è cominciato: D’Alfonso non se ne sta certo con le mani in mano, e prepara addirittura un camion a tre assi per girare la regione in vista del voto, sia per quello delle primarie che per quello finale di maggio. Un camion dotato di un grande palco mobile con cui terrà più comizi in una stessa giornata in vari centri abruzzesi, per battere incessantemente il territorio durante tutto il tempo della campagna elettorale. Anche il segretario del Pd Silvio Paolucci difende la scelta delle primarie: «Dopo quindici anni di imposizioni da Roma è arrivato il momendo dire basta. Su chi dovrà essere il candidato decideranno i nostri elettori. Che sia D’Alfonso o qualcun’altro. Senza imposizioni». Certo, nessuna imposizione, ma anche le primarie hanno bisogno di contenuti. O meglio: di candidati. Con i nomi che girano c’è più di un sospetto che l’ex sindaco di Pescara possa dormire sonni tranquilli e prepararsi per la sfida finale contro Gianni Chiodi. La sua popolarità non sembra essere scesa. Macchè. C’è chi racconta che Luciano D’Alfonso, nonostante ogni giorno elimini qualche centinaia di sms dal suo telefonino, debba ancora ripospondere a 1900 messaggi di auguri ricevuti a Natale.