ROMA L’Italicum è oramai al nastro di partenza del percorso parlamentare. Ieri è stato avviato il dibattito generale in commissione Affari costituzionali a Montecitorio, ma l’ora X scatterà oggi alle 14, quando il presidente Francesco Sisto, forzista nonché relatore della proposta di legge, sottoporrà il testo base ai deputati chiamati da assumerlo.
ALLARME COSTITUZIONALITÀ
A lavorarci, più o meno freneticamente, oltre a Sisto, anche Denis Verdini (che ha materialmente gestito la trattativa con il Pd), la responsabile Riforme della segreteria di Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, e il democratico Giandomenico Bressa: dovrebbe recepire alla lettera la proposta Renzi-Berlusconi, riassunta ieri da Lele Fiano in commissione, insieme con la vicepresidente vicaria dei deputati di Forza Italia, Maria Stella Gelmini. Sisto ha già annunciato che «saranno date 48 ore per presentare emendamenti», dunque entro venerdì, mentre i capigruppo si sono riservati di decidere dello slittamento dell’approdo in aula della legge elettorale: inizialmente previsto per 27 gennaio, potrebbe essere rinviato al 29, a causa della sovrapposizione con il congresso di Sel. E perché un paio di giorni in più potrebbero servire a definire gli eventuali aggiustamenti. Se ieri Sisto ha parlato di un «testo aperto», ha confermato che in commissione «sono emerse criticità e positività meritevoli di un attento lavoro parlamentare», nell’auspicio «che non ci sia da parte di nessuno melina o ostruzionismo».
A storcere il naso, sono stati Fratelli d’Italia e i grillini. Il vicepresidente della commissione Danilo Toninelli ha lamentato l’avvio della discussione in assenza di un testo, «se non una carta straccia di quattro principi cardine, tutti incostituzionali». Ma del rischio d’incostituzionalità ha parlato anche il ministro delle Riforme, l’alfaniano Gaetano Quagliariello, soprattutto riguardo alle soglie del premio di maggioranza, e alle liste bloccate, sollecitando a tenerne conto affinché «il testo possa essere più solido». In realtà, le trattative con il Nuovo centrodestra, sarebbero ancora in corso: ottenuto il doppio turno, più che alle preferenze il leader Angelino Alfano punterebbe ad introdurre nel testo la possibilità di apparentamenti tra il primo e il secondo turno, in caso di un più che possibile ballottaggio. Fonti parlamentari democratiche ieri, però, escludevano che si trovi un accordo con Silvio Berlusconi e Renzi in questo senso. Più probabile, invece, che il Parlamento possa intervenire sulle soglie, alzano dal 35 al 38-40% quella per accedere al premio di maggioranza, e abbassando invece al 4 o al 3% quella per le liste in coalizione.