Il primo cittadino del capoluogo abruzzese, che aveva rimesso il mandato in seguito all'inchiesta 'Do ut des', torna sui suoi passi: "Assoluta fiducia nella magistratura". L'ex procuratore della Repubblica verificherà l'operato dell'amministrazione
L'AQUILA - Una conferenza stampa di mezz'ora, per ufficializzare la notizia che già ieri era certa: Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila, ha ritirato le dimissioni presentate dieci giorni fa e, contemporaneamente, ha comunicato l'ingresso in Giunta, come vice sindaco, di Nicola Trifuoggi, ex procuratore della Repubblica dell'Aquila e di Pescara. Trifuoggi, che diresse l'inchiesta Sanitopoli che portò all'arresto del governatore Ottaviano Del Turco per tangenti e quella sull'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, avrà le deleghe alla Trasparenza, Centrale di committenza, Polizia municipale e Ispettorato urbanistico.
Il dietrofront. "Dov'è il tuo senso di responsabilità? È stata questa la domanda che mi ha rivolto una signora (una delle tante persone che in questi giorni difficilissimi mi hanno fermato per strada) che mi ha dato una scossa e mi ha spinto a rivedere la mia decisione". Il sindaco del capoluogo abruzzese, devastato dal sisma del 6 aprile 2009, dopo la bufera scatenata dalla notizia degli arresti e delle indagini legate all'inchiesta 'Do ut des', nella quale è coinvolto anche l'ex vicesindaco Roberto Riga, ha deciso di tornare al suo posto per continuare il lavoro intrapreso: "È la seconda volta che mi dimetto - ha ricordato -: questo è un nuovo inizio è una nuova fase, vinceremo la battaglia perché siamo onesti e anche tosti".
Un'immagine da difendere. Da questa vicenda, ha detto il sindaco, che ha voluto ringraziare tutti quelli che gli sono stati vicini in questo periodo, soprattutto la sua famiglia che, ha sottolineato, ha subito attacchi, "abbiamo capito una cosa: che dobbiamo difendere l'immagine di questa città agli occhi del Paese". Sull'immagine della città, emersa dalla stampa nelle ultime settimane, Cialente ha puntato gran parte del suo intervento, togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe, quando ha ricordato che nessuna rilevanza è stata data alla notizia che la Commissione europea ha giudicato il rapporto dell'onorevole Søndergaard ricco di inesattezze ed errori o quando si è difeso dalle critiche comparse su alcuni giornali.
Nessun magna magna. "Abbiamo dovuto affrontare in prima persona il dramma del terremoto - ha spiegato ancora il primo cittadino aquilano, che non risparmia critiche nei confronti di alcuni articoli colpevoli di aver rivolto critiche personali a lui, ma soprattutto di aver riportato notizie non vere -. Questa classe dirigente aquilana si è scontrata con qualcosa di più grande per chiunque e spesso abbiamo dovuto fare da soli. La mattina dell'8 gennaio è successa una cosa terribile, gravissima, indipendentemente da ciò che dirà la magistratura a cui ribadisco tutta la mia fiducia. L'idea che un funzionario o un vicesindaco abbia sbagliato è qualcosa di terribile", ha ripetuto, sottolineando con vigore che all'Aquila non c'è alcun "'magna magna'. Noi - ha detto - mangiamo la disperazione. Non abbiamo mai chiesto 60 miliardi come è stato scritto". Piuttosto, snocciolando cifre e dati, Cialente ha difeso l'operato dell'amministrazione comunale, che si è impegnata a risparmiare, dove possibile, sulle spese per l'assistenza alla popolazione, e l'orgoglio e la determinazione dei cittadini, disposti a sopportare disagi e sacrifici. E i ritardi nella ricostruzione? "Se arrivassero i fondi subito, la ricostruzione all'Aquila è in partenza: qui c'è una macchina che ha solo bisogno di benzina, 110 milioni di cantieri che possono partire", ha aggiunto. Cialente.
Ricostruzione meno cara d'Italia. "Italiani, i vostri soldi li abbiamo utilizzati con attenzione estrema", ha insistito Cialente. "Qual è il sisma italiano che costa meno nella ricostruzione? La busta numero 1, 2 o 3? Quello dell'Aquila". Questi i dati. "Oltre 14mila pratiche per 2,2 miliardi di euro. La filiera ha permesso di risparmiare - ha detto Cialente - 403 milioni di euro".
Un ex pm come vice sindaco. "L'Aquila è una città di persone
oneste, ma la domanda da porsi è perché montare uno scandalo per coinvolgere una città intera?" ha detto l'ex capo della Procura di Pescara, in pensione dall'agosto del 2012, Nicola Trifuoggi, 45 anni di esperienza nella magistratura, chiamato dal sindaco Massimo Cialente nel ruolo di vicesindaco per verificare l'operato della sua amministrazione nella ricostruzione dell'Aquila dopo il sisma del 6 aprile del 2009. "Sono stato contattato dal sindaco domenica scorsa - ha detto il neo vice sindaco -. Cialente mi ha chiesto di dargli una mano. Devo dire che non ci ho riflettuto molto e ho accettato subito con soddisfazione. Io voglio bene a questa città dove ho lavorato come procuratore e dove ho conosciuto mia moglie. Ho detto sì anche per l'indignazione nell'aver letto sui giornali rappresentazioni nelle quali L'Aquila appariva come città del malaffare. Qui ci sono solo persone perbene, bisogna liberarsi da qualche pecora di colore oscuro che è normale possa trovarsi in qualsiasi contesto".
Pezzopane: "Segnale forte". "La scelta di Trifuoggi è un segnale forte. Adesso avanti con la ricostruzione". Così la senatrice del Pd, Stefania Pezzopane, commenta la decisione del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, di ritirare le dimissioni. "Missione compiuta. L'attestazione di sfida e d'affetto nei confronti di Massimo e il lavoro corale condotto dall'intera colazione di centrosinistra, che ha lavorato in questi giorni con passione e determinazione - afferma Pezzopane in una nota - hanno convinto il sindaco a ritirare le dimissioni e a tornare alla guida della città".