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Pescara, 25/11/2024
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Data: 23/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
L’ex pm di Sanitopoli: per L’Aquila lavoro gratis. Trifuoggi ruba la scena al sindaco rientrante e rivela la sua passione politica: «Sono un uomo di centrosinistra, ma Chiodi pensava tutto il contrario»

L’AQUILA Eccolo lì, seduto sullo scranno del sindaco. Come il magistrato medievale di antica memoria di una città da rimettere in piedi. I socialisti alla sua destra, i comunisti di Rifondazione e Sel a sinistra. Nicola Trifuoggi, 72 anni (avellinese sposato con l’avvocatessa aquilana Clelia Battista), l’ex pm della «montagna di prove» della Sanitopoli abruzzese, che scatastò la giunta regionale di centrosinistra all’alba del 14 luglio (stesso giorno della Presa della Bastiglia) del 2008, è pronto, ora, a una nuova impresa. Scalare le montagne di macerie – fisiche e morali – che ancora opprimono la città a cinque anni dal sisma. Dal quinto piano del tribunale di Pescara al secondo di Villa Gioia. TOGHE ROSSE. Toga rossa o toga nera? Lo hanno tirato per la giacca tutti, specie da quando non è più procuratore. Lui, adesso che può farlo («Ora che sono un pensionato»), sgombera il campo dagli equivoci su dove batta il suo cuore, in politica, raccontando un gustoso aneddoto. Pagina, questa, destinata ad alimentare la già copiosa letteratura berlusconiana in materia. Eppure Chiodi, sillogismo fin troppo scontato, lo pensava di destra. Forse perché alcune tra le principali inchieste (Pescara e Montesilvano, Sanitopoli regionale) hanno riguardato esponenti di centrosinistra. Trifuoggi – annoverato tra i pretori che, nel 1984, oscurarono Fininvest – mette subito in chiaro che l’impegno che assume all’Aquila è una cosa seria. «Vediamo che cosa succede nel tempo...questo esclude qualsiasi possibilità di altri impegni di tipo politico e istituzionale, decisamente». Poi il racconto: «Io posso permettermi di dirlo perché è una cosa bella, un mesetto fa sono stato a colloquio col presidente Chiodi. Abbiamo parlato del più e del meno, di tante cose, a livello personale. Io sono pensionato e lo posso dire. Io, ideologicamente, sto a sinistra. E lui (Chiodi, ndr) ha detto: “mi avevano detto il contrario”. E io gli ho detto: “mi stai facendo un complimento che più grosso non me lo potevi fare”. Ho sempre lavorato senza mai chiedere né prima né durante né dopo quale fosse la tessera di partito, se c’era, o l’idea, delle persone sulle quali ho svolto indagini e che poi, se del caso, ho fatto processare. Vuol dire che sono stato tanto attento che anche nei rapporti interpersonali al di fuori dell’ufficio sono stato capace di non far capire come la penso. E siccome la moglie di Cesare non solo dev’essere...ma deve principalmente apparire...anzi forse è più importante che appaia che non sia, questa cosa rappresenta un grosso complimento. Ideologicamente sono uomo di centrosinistra e quindi ho accolto con particolare soddisfazione la proposta venuta da un sindaco di centrosinistra. Se fosse stato di centrodestra? Non saprei cosa rispondere. Avrei dovuto verificare una serie di condizioni che qui ho dato per scontate». GRATIS. «L’unica condizione posta», chiarisce ancora il neovicesindaco, «è quella di lavorare totalmente gratis. Non prenderò nulla. Lavoro per questa città dove la mattina presto del 6 aprile tragico ero presente, in mezzo alla polvere che si alzava dai palazzi caduti. Ho avuto la proposta domenica. Non ci ho messo molto tempo ad accettarla con soddisfazione. Voglio bene a questa città, ci ho lavorato come procuratore. È la città nella quale ho trovato moglie, che ha casa qui. Ho stima per l’onestà di Cialente e della sua compagine amministrativa, provo indignazione per la rappresentazione andata in scena di una città di truffatori, approfittatori, speculatori persino dei 300 morti. Sui singoli casi provvederà la magistratura. Su fatti risalenti nel tempo è stato montato uno scandalo che ha coinvolto una città intera. Inaccettabile». Il magistrato ha iniziato a governare.

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