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Data: 23/01/2014
Testata giornalistica: Rassegna.it
Congresso Cgil, il dibattito riparte dai territori

Cgil al lavoro per il congresso. Un congresso di ascolto sul territorio, per capire i bisogni di lavoratori e pensionati in questa difficile fase della vita civile ed economica del paese. E che Radioarticolo1 segue con il suo appuntamento "Quadrato Rosso". “Abbiamo già fatto 150 assemblee, in programma complessivamente ce ne sono mille che coinvolgeranno lavoratori e pensionati”: Così Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil di Perugia, intervenuto nel corso, appunto, di “Quadrato Rosso” in onda su Radioarticolo1. Sgalla ha rimarcato l’importanza, in questa fase difficile della storia del paese, dell’ascolto dei bisogni delle persone. “La preoccupazione più forte che registriamo nelle persone riguarda il lavoro, la paura di perderlo, anche per le persone care”.

Anche le pensioni sono un tema assai sentito, “soprattutto per chi ha visto scivolare via l’obiettivo di andare in pensione di tre, quattro e anche cinque o sei anni. Registriamo un grande risentimento e anche qualche critica nei confronti del sindacato per non aver opposto una resistenza più forte rispetto a queste scelte. Si tratta di un percorso di discussione e interlocuzione importante, che ci può consentire anche di affinare una proposta sulle pensioni della Cgil effettivamente realizzabile”.

Pienamente avviato il percorso congressuale anche nella provincia di Venezia. Il segretario generale della camera del lavoro, Roberto Montagner, è impegnato proprio in questi giorni in una serie di incontri con i lavoratori del vetro. “Emerge – ha detto a Radioarticolo1 – da un lato la necessità di rispondere alle cadute pesanti di una crisi che sta coinvolgendo tutti i settori. C’è però anche un aspetto specifico importante che riguarda questo settore: la necessità di una politica industriale che rimetta al centro il vetro artistico di Venezia, con la difesa della qualità delle produzioni, delle professionalità e di un marchio che in questi anni è stato devastato”. Questo ragionamento si inserisce in una riflessione più ampia: “Occorre tenere insieme un’idea di sviluppo compatibile con la natura di una città d’arte che l’impatto di un turismo così selvaggio ha messo in discussione. Al centro di questa idea deve esserci la qualità del vivere e del lavoro come unica via di uscita tangibile da questa crisi”. Il congresso della Cdl di Venezia di terrà l’11 e 12 marzo, e sarà la tappa finale di un percorso articolato e capillare: “Andiamo tra i lavoratori a fare proposte, certo, ma anche e soprattutto ad ascoltare quello che i lavoratori hanno da dire”, ha concluso il sindacalista.

Tra i temi all’ordine del giorno del XVII congresso della Cgil c’è quello che riguarda l’ascolto dei lavoratori precari e dei lavoratori atipici, per i quali l’idea e la proposta di un reddito minimo d’inserimento assumerebbe particolare rilievo. E proprio su questi temi è intervenuto a Quadrato Rosso Luca Santini, presidente del Basic Income Network, una rete nata proprio per promuovere l’introduzione di un reddito garantito: “La misura – ha detto Santini – non va contrapposta nel ragionamento agli ammortizzatori sociali, come talvolta è stato fatto. Bisogna al contrario cercare di armonizzazione tra loro politiche sociali che possono convergere in obiettivi comuni. Una misura come quella del reddito minimo non soltanto è a tutela genericamente della dignità della persona, ma è utile anche come misura di redistribuzione delle ricchezze. Muove infatti dall'analisi secondo cui in questo paese negli ultimi anni le disuguaglianze sono aumentate”.

Nel documento congressuale della Cgil “Il lavoro decide il futuro” si parla anche del reddito minimo di inserimento. Per Santini, tuttavia, si è ancora troppo timidi: “Si fa riferimento – ha detto – a una misura di reddito residuale, subordinata all’obiettivo tradizionale della piena e buona occupazione, e che dovrebbe dunque riferirsi a una fascia minimale di persone radicalmente escluse dall'ambito della cittadinanza attiva, tant'è che si dice chiaramente che deve essere una misura di contrasto alla povertà assoluta e quindi, diciamo, alle condizioni di deprivazione conclamata”. Mi sento invece più in sintonia con l'emendamento presentato sul tema, cioè con “il riconoscimento che la crisi e i processi di precarizzazione hanno esteso a dismisura i rischi di esclusione sociale e dunque una misura di reddito minimo dovrebbe avere l'ambizione di rivolgersi a una platea probabilmente molto più ampia di quelli che sono i destinatari tradizionali delle politiche sociali di contrasto alla povertà”.

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