L’AQUILA. Le cronache locali lo vedevano in corsa alle prossime regionale.
Corteggiato da centrodestra e da centrosinistra (per un periodo anche dal Movimento 5 Stelle) alla fine ha scelto di lasciar perdere le urne e buttarsi a capofitto in questa nuova avventura, che arriva ad appena un anno dal pensionamento dalla magistratura.
Nicola Trifuoggi, 70 anni, ex procuratore capo di Pescara, è da oggi ufficialmente in politica, schierato e attivo, è il nuovo vice sindaco de L’Aquila con delega alla Trasparenza e alla Polizia Municipale. Dopo aver sondato tutti i terreni ed essendo stato corteggiato da tutte le forze politiche alla fine ha scelto, anche in fretta.
Domenica all’ora di pranzo il sindaco Massimo Cialente ha alzato la cornetta e lo ha chiamato per proporgli l’ incarico. «Ho pensato veramente molto poco se accettare o no», ha rivelato Trifuoggi stamattina in conferenza stampa. Un sì d’impeto anche perché arrivato da un sindaco di centrosinistra, sua area di riferimento come ha svelato proprio lui stesso. «Sì, sono più vicino alla sinistra», ha detto raccontando di averlo confidato un mese fa anche al presidente Gianni Chiodi, in occasione di «un colloquio privato».
« Gli ho detto: lo sai io sono ideologicamente sono a sinistra. Lui sé è meravigliato: ‘mi avevano detto altro’. Mi stai facendo un complimento, gli ho detto, perché vuol dire che anche nei rapporti interpersonale sono stato capace di non far capire da che parte sto».
Se la proposta di oggi fosse arrivata da un sindaco di centrodestra? «Non saprei cosa rispondere, avrei dovuto verificare delle condizioni che qui ho dato per scontato, come la consonanza ideologica».
«VOGLIO BENE A QUESTA CITTA’»
Tornando all’incarico, Trifuoggi ha detto sì «molto volentieri» perché «voglio bene a questa città, dove ho lavorato per diversi anni come procuratore, dove ho trovato mia moglie, una donna forte come solo gli aquilani sanno esserlo. Abbiano una casa qui e qui eravamo anche la mattina del 6 aprile, mentre si alzava la polvere degli edifici caduti».
Il sì è arrivato dopo che l’ex magistrato ha messo insieme due pensieri: «il primo è quello della stima per l’onestà di Massimo Cialente e della sua compagnie amministrativa. Il secondo è stato l’indignazione per aver letto sui giornali una rappresentazione di una realtà non rispondente al vero, quella degli aquilani come speculatori, approfittatori persino dei 300 morti del terremoto. Chi ha scritto quelle cose se ne assume le responsabilità. Ma non penso che sia questa la realtà. Forse ci sono delle pecore tra il grigio e nero, perché statisticamente ci sta…».
Il neo vice sindaco ha garantito tutto il suo impegno e rispetto alle inchieste della Procura ha commentato con un sorriso: «ho grande fiducia nella magistratura, sarebbe originale se dicessi il contrario dopo averci lavorato per 45 anni». Anche Trifuoggi come Cialente si è domandato il perché di una «campagna denigratoria» messa in piedi «per montare uno scandalo per coinvolgere una città intera». Ha ribadito la stima verso il sindaco e la certezza «di trovarmi tra persone perbene».
NESSUN COMPENSO
Una sola la condizione imposta da Trifuoggi quando ha detto sì: non percepire alcun compenso: «lo faccio solo per passione. La mia è un’ottica di servizio pubblico, voglio dare una mano all’amministrazione e alla città anche per ristabilire la verità e restituire l’onorabilità che spetta loro di diritto. Segnalerò tutto senza coperture di alcun tipo, Massimo me lo ha chiesto».
Addio dunque alla campagna elettorale? «È chiaro», ha avvertito, «che questo impegno lo assumo seriamente e a tempo indefinito… poi vediamo che succede nel tempo, adesso escludo qualsiasi possibilità di altri impegni».