L’ingresso del mercantile russo Assia - lungo 140 metri per 5.160 tonnellate di stazza - ha sancito ieri mattina alle 10 la ripresa dell’operatività del porto di Pescara dopo tre anni di inattività per il mancato dragaggio. Si è trattato di un ormeggio dimostrativo concordato con la Capitaneria di porto per verificare l’idoneità dei fondali della darsena commerciale. «Tutto è filato liscio, la nave cisterna pesca meno di 4 metri e non abbiamo incontrato nessuna difficoltà nella manovra» ha dichiarato Leonardo Costagliola, pilota del porto.
«Un collaudo perfettamente riuscito» ha commentato con soddisfazione il comandante della Direzione marittima, Luciano Pozzolano, «adesso sarà possibile riaprire il porto alle grandi navi». Proprio il comandante Pozzolano ha voluto con forza questa verifica, «anche per smorzare polemiche arrivate da più parti» ha detto. «Dopo il ritorno in mare dei pescherecci - ha continuato il comandante - oggi è uno dei giorni più importanti per lo scalo».
Il più contento dell’esito della prova era ieri Sabatino Di Properzio, imprenditore nel settore petrolifero, che finalmente potrà riaccogliere in porto le navi cisterna per il rifornimento di carburante destinato ad aziende di trasporto, stazioni di servizio e non solo. Con Di Properzio c’era Bruno Santori, operatore commerciale del porto tra i più penalizzati per la prolungata inattività dello scalo. Sulla banchina occupata interamente dall’Assia si sono affacciati consiglieri comunali ed è arrivato anche il sindaco Luigi Albore Mascia, che ha scambiato qualche parola con il comandante Pozzolano. «Vedere l’ingresso della nave russa in porto è stata per me una grande emozione - ha detto il sindaco -. Dopo due anni di sacrifici, di fatiche, di rabbia e di speranza, abbiamo ora la certezza che anche le grandi navi possono ormeggiare nel nostro scalo».
Una riconquista che non deve però far rallentare le operazioni indispensabili per la piena ripresa dell’operatività portuale. Il comandante Pozzolano ha ricordato che il dragaggio è in fase di completamento e ha altresì ribadito l’urgenza di procedere con la realizzazione delle infrastrutture di cui il porto ha bisogno, legate al nuovo Prg portuale che non può fare passi in avanti finché non sarà superata la procedura di Vas che da mesi è ferma in Regione. Nondimeno occorre liberare la banchina delle montagne di metri cubi, circa 7mila, di sabbia dragata giudicata idonea al ripascimento. Ci sono poi i circa 300 mila metri cubi di fanghi accumulati nella vasca di colmata, in parte recuperabili per uso edilizio o industriale, che andranno eliminati e smaltiti in centri autorizzati: un passaggio che può costare decine di milioni di euro, soldi ancora da trovare.