Questa fine del mese di gennaio rischia di diventare un grande ingorgo. Nelle cronache, predomina su tutto l’appuntamento della riforma elettorale, ma molti altri sono gli appuntamenti che giungono a scadenza, perlomeno stando alle premesse (e alle promesse).
Nel trasporto pubblico locale, dovrebbe giungere a conclusione il lavoro impostato dal sottosegretario D’Angelis per una revisione un po’ più organica del quadro del settore, che potrebbe portare anche a un nuovo provvedimento legislativo da parte del Governo (semmai con tempi un po’ più lunghi). Per la fine del mese (o, comunque, appena un po’ più in là) dovrebbe però essere definito uno dei punti qualificanti di una riforma del trasporto locale, vale a dire la definizione dei “costi standard” con tutto ciò che, in concreto, comporta: una ripartizione dei fondi non più fondata sulla “spesa storica” (che – come osserva giustamente il presidente di Anav Biscotti – finisce per premiare chi perde di più a scapito di chi ha sempre avuto gestioni più efficienti), ma soprattutto criteri oggettivi di confronto per poter misurare le performances delle varie aziende. Il che, per un settore che per troppo tempo ha sopravvissuto nelle nebbie, costituisce già un bel progresso.
Se non proprio per fine gennaio, ma comunque in tempi molto ravvicinati il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi dovrebbe raccogliere i frutti del lavoro con la definizione del “Piano degli aeroporti” e del piano per la creazione dei “Distretti logistici”, che dovrebbe risolvere il problema della riduzione del numero delle Autorità portuali trasferendo gran parte delle competenze ad un nuovo organismo, disegnato su ampia scala territoriale (sarebbero otto in tutto, tripartendo il territorio tra Nord e Sud e Est e Ovest e aggiungendo le isole) e con poteri soprattutto di coordinamento e programmazione finora sconosciuti in Italia.
Ma la fine di gennaio presenta anche una serie di appuntamenti politici e di attività di governo; uno, in particolare, l’eventuale mini o maxi rimpasto della squadra di governo potrebbe coinvolgere i responsabili dei vari dicasteri. Il Ministro Lupi non dovrebbe essere a rischio soprattutto per la positività del lavoro svolto finora: per Lupi si parlerebbe in ogni caso di una promozione, ma comunque sarebbe un trasloco (la logica lo suggerisce come improbabile, ma in Italia non si sa mai).
All’orizzonte della fine del mese (anche se sostanzialmente dimenticato o perlomeno messo in frigorifero) sta infine la definizione del nuovo “Patto di coalizione” di governo, che dovrebbe servire prepotentemente a rilanciare l’azione del governo stesso. In ballo ci sono questioni molto concrete che riguardano, ad esempio, le privatizzazioni, un argomento che non si può liquidare con l’annuncio della prossima messa sul mercato di una quota consistente di Poste Italiane. Dietro di ciò, si nasconde la questione molto più di sostanza che riguarda i contratti di servizio per quel che concerne i “servizi universali”, cioè quei servizi economicamente non sostenibili ma socialmente indispensabili, che vanno garantiti con i soldi dello Stato. E la questione riguarda inevitabilmente, in un ambito più ampio, anche le ferrovie, le reti energetiche e di comunicazione (Telecom per dirne una). Tra le scadenze è invece forse inutile mettere Alitalia: per l’ex società di bandiera, tutti i mesi propongono scadenze più o meno ultimative, è bene farci l’abitudine.