«Ma si può sapere che c... sta succedendo?». Un urlo sibilato al telefonino, poi Nazario Pagano si è infilato nell'auto blu mentre lasciava l'aeroporto dopo la presentazione del volo diretto Pescara-Mosca. Il presidente del Consiglio regionale ha avvertito così l'avvicinarsi della bufera che si stava addensando su tutta la Regione, dal governatove Gianni Chiodi agli assessori e ai consiglieri. Era solo mezzogiorno quando Pagano ha ricevuto la chiamata che gli ha fatto perdere l'abituale aplomb. Il peggio doveva arrivare nel pomeriggio quando è cominciato il tam-tam sulle agenzie e sui siti internet, fino alle conferme che hanno gettato scompiglio per l'ennesima volta nella politica abruzzese. Parliamo dell'indagine dei carabinieri di Pescara, su mandato dei pm della Procura di Pescara Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. Nel mirino i rimborsi spese per viaggi e trasferte della Giunta e del Consiglio che coinvolge 26 politici, dallo stesso Chiodi a tutto l'Esecutivo (tranne Giandonato Morra, assessore ai Trasporti...), da Pagano a 14 consiglieri. I magistrati ipotizzano i reati di truffa, peculato e abuso. Nel dettaglio, gli avvisi di garanzia sono stati inviati al presidente della Giunta Gianni Chiodi, agli assessori Gianfranco Giuliante (Protezione civile), Paolo Gatti (Lavoro, formazione e istruzione), Mauro Di Dalmazio (Turismo, ambiente), Carlo Masci (Bilancio), Mauro Febbo (Agricoltura), Federica Carpineta (Personale) e Angelo Di Paolo (Lavori pubblici). Questi sono, invece, i consiglieri regionali indagati: Franco Caramanico (Sinistra ecologia e libertà), Lorenzo Sospiri, Ricardo Chiavaroli, Emilio Nasuti, Alessandra Petri, Giuseppe Tagliente e Nicola Argirò (Forza Italia), Lanfranco Venturoni (Nuovo centrodestra), ex assessore alla Sanità, Carlo Costantini (ex Italia dei valori, oggi Movimento 139), Giorgio De Matteis e Luciano Terra (Udc), Antonio Prospero (Rialzati Abruzzo), Nicolettà Verì (Scelta civica, ex Pdl) e Cesare D'Alessandro (Idv), oltre al dimisisonario Luigi de Fanis. A parte le avvisaglie giunte a Pagano in mattinata e solo in un secondo momento a Di Dalmazio, anc'egli presente in aeroporto come assessore al Turismo, le voci hanno iniziato a girare nel primo pomeriggio e in serata è esplosa la "bomba". A stretto giro si è scatenato un tourbillon di reazioni sia a livello politico sia da parte degli stessi indagati, alcuni dei quali hanno tenuto a precisare subito di aver ricevuto contestazioni su rimborsi di poche decine di euro. E' il caso, ad esempio, del capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri e di Lanfranco Venturoni. Tra i commenti più duri, quello di Gianluca Vacca, deputato del Movimento 5 Stelle, che parla di «Abruzzo umiliato continuamente da politici incapaci e coinvolti in vicende giudiziarie. Ma come, questa non era la giunta della trasparenza e della legalità? Questa classe dirigente non riesce a fare altro che avere guai con la giustizia: è innegabile che ci sia una grave questione morale in Abruzzo, ovviamente bipartisan». E subito dopo Vacca ha chiesto le «dimissioni immediate di tutti gli indagati. Dimissioni vere, non alla Cialente».