ROMA «Destinare strutturalmente una quota fissa dello 0,3% del Pil alle infrastrutture, senza discuterne ogni anno nella legge di Stabilità». Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, indica una soluzione rispetto ad uno dei problemi più delicati che affliggono l’Italia. Vale a dire la mancanza di una strategia finanziaria di lungo termine capace di orientare gli investimenti nei cantieri. «Ci vuole un cambio di passo, con risorse già stabilite da impiegare», ha sottolineato l’esponente del governo Letta nel corso della presentazione dei risultati della ricerca demoscopica realizzata da Ispo sul tema: «L'atteggiamento verso le grandi infrastrutture e l'immagine di Anas presso la popolazione e gli opinion leader».
Dall’indagine curata da Renato Mannheimer emerge che quasi nove italiani su dieci (l’86%) ritengono che il sistema infrastrutturale sia fondamentale per lo sviluppo del Paese e il 65% sostiene che gli investimenti in questo settore siano il modo migliore per impiegare il denaro pubblico. «C'è una profonda consapevolezza che sviluppo economico, benessere, occupazione, migliore accessibilità e fruizione dei servizi passino necessariamente attraverso un potenziamento del sistema infrastrutturale» ha spiegato il presidente di Anas Pietro Ciucci ricordando che negli ultimi sette anni il gestore, che ha avviato 202 nuovi lavori, ha realizzato opere che hanno consentito l'apertura al traffico di oltre 1.340 km di strade e autostrade per un investimento di circa 14 miliardi. Uno sforzo che, secondo la ricerca Ispo, dovrebbe essere sostenuto in quanto gli italiani ritengono che «il potenziamento infrastrutturale favorirebbe un aumento occupazionale (34%), migliori collegamenti con l'europa (22%) e maggiore possibilità di sviluppo economico (14%)». Per quanto riguarda il ruolo attribuito ai diversi attori coinvolti nel sistema infrastrutturale, la maggioranza degli italiani (il 90%) assegna allo Stato un ruolo di primo piano, seguito dalle imprese private (75%), dagli enti locali (65%) e dalle comunità locali (61%). «Gli opinion leader – ha reso noto Renato Mannheimer - sostengono che un piano infrastrutturale dovrebbe essere tra le priorità del governo (68%) e che le grandi opere sono un modo per uscire dalla crisi (71%)».