Un attacco frontale, dai toni insolitamente duri anche per chi, come lui, non ha mai risparmiato critiche, ma sempre con un profilo molto basso. Stavolta no, Franco Gabrielli prende carta e penna e invia una lettera al vetriolo a Massimo Cialente, in quella che è a tutti gli effetti la reazione più devastante a sdegnata al caso delle dimissioni, poi ritirate, del sindaco. Non ci sta, il capo della Protezione civile, a sentir parlare del Dipartimento come «dell’incubatore di tutte le presunte malefatte del territorio». «È una costante - dice - che ascolto da troppo tempo e credo sia giunto il momento di dire basta». Il concetto espresso da Cialente che ha scatenato la reazione è quello sui puntellamenti, un giro da 200 milioni di euro - sul quale ha messo gli occhi la Procura - che «il Comune non avrebbe voluto avere, ma che invece la Protezione civile ha assegnato».
«Cosa hai in mente quando ti riferisci alla Protezione civile? - dice duro Gabrielli - Sai che esiste un sistema? (riascoltando il tuo discorso tenuto a Coppito il 29 gennaio del 2010 direi che ne eri perfettamente edotto - si tratta del passaggio di consegne a Chiodi commissario, ndr). Sai che Protezione civile sono milioni di donne e uomini – a partire dai 95.000 volontari complessivamente intervenuti nel post terremoto abruzzese (molti di più dei 17.000 cui normalmente fai riferimento), dal personale del Dipartimento, dei vigili del fuoco, delle forze armate, delle forze di polizia, della comunità scientifica, delle aziende fornitrici dei servizi essenziali e di tutte le altre componenti del Servizio nazionale che hanno investito mesi della loro vita per il territorio aquilano, mentre altri stavano in ferie – che non meritano di essere utilizzati, a piacimento, per coprire manchevolezze altrui?».
«Al posto di infangare l’intero Sistema - prosegue il capo Dipartimento -, se vuoi, Ti invito a fare nomi e cognomi: la separazione tra il “tutti” è le “pecore nere” non può valere solo per L’Aquila. Nel capoluogo abruzzese ci sono stato dal 7 aprile 2009 al 15 maggio 2010 e credo di poter testimoniare come si comportavano gli “amici” di ieri e i “nemici” di oggi: sono sempre pronto a un confronto pubblico per tutelare l’onorabilità di chi ha lavorato e lavora nel solo interesse del Sistema nazionale della Protezione civile». Come se non bastasse, l’ex prefetto ha allegato alla lettera parte della trascrizione di quanto Cialente e l’allora Presidente della Provincia, attuale senatrice della Repubblica, Stefania Pezzopane, dissero il 29 gennaio 2010, in occasione della cerimonia pubblica del passaggio di consegne tra la struttura commissariale guidata dal Dipartimento della Protezione civile e quella del Presidente della Regione Abruzzo. «Credo sia la testimonianza più evidente di come, in base alle necessità, si strumentalizzi il lavoro svolto da migliaia di persone per bene per coprire deficit altrui» dice velonoso Gabrielli. Trascrizioni in cui, ad esempio, il sindaco ringrazia la Protezione civile («Tutti ringraziamo sempre Guido Bertolaso però Guido sa che quando ringraziamo lui… lo dice sempre Guido: dice “io sono quello che guida una grande squadra”») e la Pezzopane fa altrettanto («Dieci mesi di lunghissimo lavoro guidati in questo posto da Guido Bertolaso, amico perenne di questa terra, e da tutti i suoi uomini e le sue valide donne»). Parole che sembrano distanti, ormai, ben più dei quattro anni trascorsi.
Riga al veleno: «Il sindaco scarica le responsabilità»
Prende spunto da un’imprecisione giornalistica (arrestato al posto di indagato) per un duro atto d’accusa nei confronti del sindaco Massimo Cialente, che ha rivelato di aver preteso le sue dimissioni dopo l’avviso di garanzia per lo scandalo delle tangenti negli appalti del post-sisma. Roberto Riga, che ha ceduto la poltrona di vice sindaco all’ex pm Nicola Trifuoggi, si è detto «stupito e amareggiato» dalle dichiarazioni del sindaco. «La cosa che più mi addolora - dice in un comunicato stampa - è quella di essere stato un collaboratore di un sindaco che ama scaricare la responsabilità sugli altri senza neanche aver accertato se essi hanno commesso errori o sbagli». È infastidito, Riga, dal fatto che «Cialente non chiarisce assolutamente che il sottoscritto è stato raggiunto da un informazione di garanzia, istituto a tutela dell’indagato, ma con saccenza, arroganza ed irriconoscenza precisa il mio stato d’animo riferendo cose non precise e vere».
Ovviamente l’ex vice sindaco sottolinea che l’accusa mossa nei suoi confronti dalla Procura della Repubblica «è a tutt’oggi confinata nell’alveo delle indagini preliminari, talchè lo scorso 13 gennaio sono stato convocato dal Sostituto Procuratore della Repubblica, dottor Mancini per rendere interrogatorio, in qualità di persona sottoposta ad indagini e non come imputato. Per dovere di cronaca, circostanza spesso trascurata proprio dagli “addetti ai lavori” e per mero spirito collaborativo vorrei evidenziare che lo scrivente non è mai stato sottoposto ad alcun tipo di misura di custodia cautelare, come appunto erroneamente viene riportato più volte nella predetta intervista rilasciata dal sindaco Cialente».
«Ricordo a Cialente - chiude amaro Riga nella nota -, con la serenità e la chiarezza che mi ha sempre distinto, che è il momento che inizi ad assumersi le vere responsabilità di un sindaco e pensi con entusiasmo al futuro della città per garantire prospettive alle giovani generazioni e sicurezza agli anziani. Mi rallegro infine, per l’ingresso in giunta del dott. Trifuoggi».