PESCARA Dal biglietto aereo da 2.800 euro per la moglie del presidente della Regione Gianni Chiodi, pagato dalla Regione, alle due notti del presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano in un hotel extralusso di Mosca, costato 702 euro alle casse dell’ente. E ancora, una notte all'Hotel Piazza di Spagna per tre persone in una sola camera, pagata 411 euro per conto del vice presidente della Giunta regionale Alfredo Castiglione, fino alle trasferte dell'assessore all'Agricoltura Mauro Febbo e alla bottiglia di Barolo per l’ex assessore Luigi De Fanis. Sarebbe questa sarebbe la «Rimborsopoli» d'Abruzzo, che vede coinvolti 25 esponenti politici di maggioranza e di opposizione. Circa ottantamila euro la cifra complessiva che, secondo gli investigatori, sarebbe stata indebitamente percepita a titolo di rimborsi vari nell’arco di quattro anni. Semplificando, significa poco più di due euro al giorno, praticamente un mare di soldi. Al centro dello «scandalo» le rendicontazioni sulle carte di credito istituzionali, per cui tutti gli indagati, a vario titolo, si trovano a rispondere di peculato, truffa e falso ideologico. Il «conto» più salato, da 24mila euro, è quello che riguarderebbe il presidente Gianni Chiodi. Al governatore si contesta, tra l’altro, la regolarità di uno scontrino da 227 euro battuto nel ristorante «Il vecchio porco» di Milano dove avrebbero mangiato in cinque sebbene risultasse un solo coperto. Sempre lui avrebbe soggiornato nell'hotel a 5 stelle il «Principe di Piemonte» di Torino autocertificando che tutti gli altri hotel, ovvero quelli fino a 4 stelle, erano pieni. Ma i carabinieri hanno accertato che, invece, le stanze nei quattro stelle abbondavano. Tra i tanti viaggi istituzionali compiuti nel corso degli anni, ma quello sul quale la Procura ha puntato gli occhi è a Washington per il quale con la carta di credito istituzionale il governatore avrebbe acquistato un biglietto in business class da 2.800 euro per sua moglie, chiedendo poi alla Regione di pagare il suo. Contestato, avrebbe quindi deciso di saldare il conto «per altri canali». Su quell'aereo, spiegano i carabinieri, c'erano altri funzionari della regione il cui viaggio sarebbe costato 744 euo in economy plus. Gli hotel a 5 stelle, a fronte delle quattro ammesse a rimborso per gli impegni istituzionali, sembra fossero il piatto forte di Pagano, insieme a pranzi e cene. Le contestazioni mosse al presidente del consiglio ammontano a circa quindicimila euro. Nel mirino della Procura sono finite le spese per viaggi a Rimini, Barcellona, Caracas, Florida, Canada e alle Baleari, e un soggiorno di due notti all'Hotel Marriott di Mosca costato ben 702 euro. Non diversa la posizione dell'assessore Febbo che avrebbe accumulato spese non giustificate in Sardegna, a New York, Roma, Verona, Bruxelles e Cernobbio. Più «artigianale» la tecnica di Castiglione che avrebbe modificato alcune ricevute a penna facendo risultare pasti per due a carico di una sola persona nel ristorante «I due Ghiottoni» di Bari dove, per una cena a base di aragoste, avrebbe speso 202 euro. I due presidenti in particolare, si legge nell'ampia relazione dei carabinieri, avrebbero approfittato più degli altri in quanto, «godendo di insindacabile autonomia» avevano più facilità nell'attuare comportamenti scorretti giustificati con la formula «nell'espletamento delle funzioni». Una formula dagli «amplissimi margini interpretativi», secondo la Procura di Pescara. «Non c'era un controllo certo – scrivono i carabinieri –. Si parte senza rendere conto a nessuno. Si usano i fondi pubblici e quando si deve rendicontare», ci si trova di fronte ad una ricostruzione spesso «lacunosa e caratterizzata da gravi e ampie amnesie». Ma gli avvisi di garanzia riguardano anche la consigliera regionale Alessandra Petri, «colpevole» di aver incassato ben 19 euro in più di rimborso, oppure il consigliere Lorenzo Sospiri, al quale si contesta la somma esorbitante di 82 euro in 4 anni, per la serie, «dove andremo a finire di questo passo». Tra l’altro, spiega Sospiri che ci tiene a precisare che in quattro anni ha compiuto una sola missione istituzionale al Vinitaly di Verona, i rimborsi sono passati al vaglio dell’organismo di controllo ispettivo, che poteva bocciarli e non lo ha fatto. Stessa obiezione la pone l’assessore Mauro Febbo. «Perché il controllo interno interno mi ha riborsato? Non sono affatto preoccupato - dice - sono tranquillo. Non ho mai viaggiato in prima classe, né soggiornato in hotel a cinque stelle. Tutte le volte che ho portato mia moglie con me ho sempre pagato io». Il consigliere dell’Idv Cesare D’Alessandro non crede ad «aggressioni giudiziarie né a complotti, nè a dietrologie di alcuna natura, ma credo che sia diritto della magistratura indagare, della stampa informare e dei cittadini essere informati. Riguardo alla missione a Verona (Vinitaly) - spiega - è avvenuto esattamente l'opposto di quanto contestato perché prospetto di riepilogo spese fornito in copia conforme, si chiede espressamente la liquidazione al 50% delle spese d'albergo e di vitto».
«Le carte smentiscono le accuse della Procura»
Documentati i soldi spesi per visite istituzionali
PESCARA Rigetta tutte le accuse il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi. Tira fuori i documenti che smentiscono l’inchiesta portata avanti dalla Procura di Pescara, che vede indagate 25 persone tra giunta e consiglio regionale per rimborsi che in quattro anni non arrivano a 90mila euro.
Presidente le smentite alla procura le ha chiamate comunicazioni di servizio.
Carte che presenterò in procura per dimostrare la nostra buona fede. Il viaggio di mia moglie: sarebbe bastato chiedere e vedere il bonifico che ho fatto dal mio conto, sulla Banca di Teramo e lo scambio di mail con l’agenzia di viaggi. Se avessi fatto una cosa del genere avrei un’accusa sicuramente infamante. Ma le carte che mostro affermano il contrario. Per questo sono molto tranquillo.Poi mi vengono contestate missioni in località dove mi sono recato per fini istituzionali.
Bei posti: Nizza, Capri, Parigi per citarne alcuni.
Tutti viaggi istituzionali documentati. A Parigi per la consegna della Legione d’onore a Marina catena, primo soldato donna italiano ad essere insignito di questa onorificenza. A Nizza per ritirare la somma raccolta per la realizzazione di un ambulatorio pediatrico donato agli aquilani dopo il terremoto; a Capri per un appuntamento con i giovani di Confindustria. Ma tutti i viaggi sono documentabili e resi pubblici ancor prima di compierli alla stampa.
L’inchiesta è un abbaglio?
Dimostreremo la buona fede che ci contraddistingue. Lo scorso anno avevo 50mila euro a disposizione per la rappresentanza, ho utilizzato solo un decimo. Quest’anno stessa cifra, ne restituirò 47mila.
Un complotto politico allora a pochi mesi dalle elezioni.
C’è chi sostiene che non è iniziata la campagna elettorale. Sono stati convocati i comizi, fissata la data delle elezioni. Prendiamo atto che è iniziata, e con un atto che potrebbe essere strumentalizzato. E quindi in qualche modo inquinare i percorsi di campagna elettorale. Se l’obiettivo dovesse essere quello di farci ritirare, sappiano tutti che il centrodestra non si ritira. I nostri avversari politici devono sapere che affronteremo campagna elettorale a testa alta perché siamo persone per bene.
Un danno all’immagine.
C’è chi sostiene che la politica debba essere commissariata con vicesindaci, magari con futuri vice governatori. Noi lotteremo certi che ci giudicheranno i cittadini abruzzesi. Se qualcuno pensa di strumentalizzare atti, anche doverosi, della magistratura che sta indagando sappia che deve, come ha già affermato qualcuno sulla stampa nazionale, sterminarci. Ma non sarà facile».
Un’inchiesta all’Aquila che parte da Pescara. Non è strano?
Non voglio entrare nello specifico ma sicuramente vedo che non c’è competenza territoriale. Di altri aspetti che sono stati sollevati da qualcuno io non voglio parlare. Io vorrei ancora credere, come ho sempre fatto, anche nella correttezza dell’operato della magistratura. Lo vedremo presto, lo vedremo il 4 febbraio, quando saremo sentiti. Quel giorno sarà la cartina al tornasole.
Somme non eccessive ma sono tante quelle che vengono contestate ad assessori e consiglieri regionali.
Tutte spese giustificate. È una prassi, da decenni, in Regione Abruzzo, che vengano catalogate come visite istituzionali. Con questa dicitura va nel rendiconto che viene fatto da terzi, non da Gianni Chiodi. Le somme contestate mi sembrano destituite di qualsiasi fondamento. Ci potrebbero essere errori degli uffici nel compilare una nota spese, un rendiconto, ma se ci sono sono errori formali e lo dimostreremo.
Riprende la campagna elettorale. Sporca di fango. Con il rischio di indagini fatte con scarse verifiche.