La Magistratura sta portando avanti in Italia una verifica delle spese dei gruppi consiliari delle Regioni. E la Procura di Pescara si è allineata: ma non c’è nessuna “rimborsopoli d’Abruzzo”. Questa inchiesta non riguarda, come è evidente, le spese pazze di alcune Regioni. Al Consiglio regionale dell’Abruzzo vengono contestate irregolarità nei rimborsi di fatture relative a soggiorni in hotel e ristoranti, presentate a seguito di missioni istituzionali, come già emerso anche sulla stampa, di entità più che modeste. Nessuno scandalo, né uso distorto del denaro pubblico, bensì incongruenze nella compilazione dei modelli di rimborso. Gli addebiti riguardano strutture (sia nel territorio italiano, che all’estero) convenzionate, che sono state individuate dagli organizzatori degli eventi, ai quali abbiamo partecipato, o dai nostri funzionari e, quindi, non certamente imputabili a nostre scelte individuali. Le missioni istituzionali, è bene precisarlo, sono previste da un Regolamento interno del Consiglio regionale (che proveremo agli inquirenti è sempre stato rispettato) e che hanno un obiettivo: valorizzare e promuovere la nostra amata Regione.
Ad esempio, per ben 2 anni, ho ricoperto la Presidenza e la Vice Presidenza della Calre, la conferenza delle assemblee legislative europee, organismo di cui fanno parte 74 Regioni europee e che per la prima volta è stato guidato dall’Abruzzo. E’ ovvio che per me rappresentava un obbligo recarmi all’estero per adempiere alle funzioni di questa carica. Peraltro, molte contestazioni riguardano il periodo del terremoto, durante il quale i consiglieri si sono recati all’estero e in Italia per raccogliere fondi per la Fondazione “Abruzzo Risorge”, che ha finanziato le borse di studio per gli orfani del sisma e la ricostruzione di alcune strutture per la socialità. Inoltre, le missioni all’estero hanno prodotto la sottoscrizione di accordi di collaborazione economica, nell’interesse delle nostre imprese. Non accetteremo di essere definiti una Regione che sperpera il denaro pubblico, quando nel corso di questa Legislatura siamo riusciti a ridurre del 40 % i costi di funzionamento degli organi politici, nonché – nel mio caso – a tagliare del 70 % le spese di rappresentanza, rispetto al precedente Ufficio di Presidenza. E, poi, va detto che l’inchiesta riguarda il periodo compreso tra il 2009 e il 2012. Manca, dunque – come confermato dalla stessa Magistratura – l’anno 2013. E’ evidente che le indagini non sono ancora concluse. Quindi, il dubbio è legittimo: perché proprio ora, a ridosso dell’appuntamento elettorale, e con queste modalità? E’ chiaro che più di qualche perplessità è legittima e noi faremo le nostre valutazioni nelle sedi e con i tempi opportuni, a partire dall’enigmatica competenza della Procura di Pescara. Grazie e buon lavoro.
(*) Pres. consiglio reg.le