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Pescara, 25/11/2024
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Data: 25/01/2014
Testata giornalistica: il manifesto
Landini: “Camusso fermi il congresso”. Il segretario Fiom. "Gestione autoritaria, ritiri la sua firma e faccia votare i lavoratori"

«In que­sto modo non è pos­si­bile andare avanti con il con­gresso: va fer­mato, si deve riti­rare la firma e sot­to­porre l’accordo sulla rap­pre­sen­tanza al voto dei lavo­ra­tori. Sono state vio­late le regole fon­da­men­tali di demo­cra­zia san­cite dallo Sta­tuto della Cgil, e io chiedo che ven­gano rispet­tate». Mau­ri­zio Lan­dini è netto: da due giorni ripete (a un’assemblea a Firenze, e ieri a Reg­gio Emi­lia) che serve una pausa, che Susanna Camusso deve ascol­tarlo. Ma la segre­ta­ria Cgil per ora non cede: per lei l’intesa siglata con Cisl, Uil e Con­fin­du­stria il 10 gen­naio scorso è chiusa, e anzi «apre una nuova sta­gione». I due si sono incro­ciati ieri al con­gresso di Sel, a Bolo­gna, ma i rap­porti sono gelidi.

La mino­ranza del Pd accusa Mat­teo Renzi di «gestione padro­nale» del par­tito. Si può dire una cosa del genere anche per Camusso e la Cgil?

Io vedo una gestione auto­ri­ta­ria, quando si firma un’intesa che prima non è stata discussa con organi diri­genti e cate­go­rie. E adesso non c’è spa­zio per fur­bi­zie. Lo Sta­tuto della Cgil lo dice chiaro: i lavo­ra­tori devono poter votare sull’accordo.

Ma per­ché chie­dere di sospen­dere il congresso?

Il con­gresso ha le sue regole: discute stra­te­gia, docu­menti ed emen­da­menti. Qui par­liamo di un’altra cosa: la firma di un accordo, che i lavo­ra­tori devono poter cono­scere e votare. Non sto chie­dendo cioè una discus­sione poli­tica sull’intesa, una conta al con­gresso. Voglio appunto divi­dere le due cose, e per quello chiedo una sospensione.

Se fu messo al voto l’accordo del 28 giu­gno, per­ché non farlo anche con questo?

Per­ché altri­menti tutto rischia di con­cen­trarsi solo su que­sto tema: fac­cio solo notare che gli attivi che sto svol­gendo in que­sti giorni nelle fab­bri­che avan­zano l’idea di chie­dere il ritiro della firma e la con­sul­ta­zione mediante emendamenti.

Camusso appunto replica che il 28 giu­gno si è già votato, e che il 10 gen­naio si è solo fatto un rego­la­mento attuativo.

Non è vero che siamo davanti solo a un rego­la­mento attua­tivo: que­sto è un testo nuovo, e già si vede dal fatto che si chiama «Testo unico», cioè riu­ni­sce docu­menti nego­ziali del pas­sato e li sosti­tui­sce tutti. Ma soprat­tutto sono state aggiunte novità che prima non c’erano, o meglio che erano deman­date alla con­trat­ta­zione delle categorie.

Quali sono que­ste novità?

Innan­zi­tutto le san­zioni. Poi l’arbitrato, che can­cella l’autonomia delle cate­go­rie, su cui giu­dica un col­le­gio for­mato da con­fe­de­rali e imprese. È cam­biato il rap­porto tra Rsu e sin­da­cati nel fare la con­trat­ta­zione azien­dale, e si è affer­mato che gli accordi azien­dali non devono essere votati dai lavo­ra­tori. Vor­rei ricor­dare che la Cgil non firmò l’accordo del 2009, quello che apriva la discus­sione sul modello con­trat­tuale, per 5 ragioni: era con­tro l’arbitrato, le san­zioni e le dero­ghe; non era pre­vi­sto il voto per i lavo­ra­tori e si intro­du­ceva l’Ipca, indice che riduce i salari.

Le san­zioni sono così gravi?

La Cgil nella sua sto­ria non è mai arri­vata a san­zio­nare i dele­gati. Nell’accordo si parla di san­zioni pecu­nia­rie e sui diritti sin­da­cali, quindi si ini­bi­sce gra­ve­mente la loro attività.

Pos­sono esserci lesioni dei diritti costituzionali?

Non sono un costi­tu­zio­na­li­sta, e su que­sto vedremo: ma fac­cio pre­sente che la libertà sin­da­cale è tute­lata dalla Costi­tu­zione. E io la vedo messa a rischio almeno in un punto di quell’intesa: quando si dice che se non sei iscritto a Cgil, Cisl e Uil, e non accetti le regole di ele­zione delle Rsu, le san­zioni e l’arbitrato, allora non puoi par­te­ci­pare alle ele­zioni dei dele­gati. Que­sta è obiet­ti­va­mente la limi­ta­zione di un diritto che è in capo al sin­golo, quello appunto della libertà sin­da­cale, a opera di orga­niz­za­zioni pri­vate, sin­da­cati e asso­cia­zioni di impresa, che si fanno pro­prie­ta­rie di quel diritto.

Ma ora che c’è l’accordo serve ancora una legge?

Cisl, Uil e Con­fin­du­stria adesso dicono che non c’è biso­gno di nes­suna legge sulla rap­pre­sen­tanza, e la Cgil ha fir­mato quel testo, in cui l’esigenza di una legge non viene citata. Al con­tra­rio di quanto era scritto, invece, negli accordi del ’91 e ’93. Que­sto fatto mi pre­oc­cupa: io credo che la legge debba essere fatta, pro­prio per­ché il lavoro ha biso­gno di democrazia.

Cosa suc­ce­derà adesso se la Cgil non accetta que­sto appello della Fiom?

La Fiom ha già detto che se non ci sarà la con­sul­ta­zione degli iscritti, come pre­vede lo Sta­tuto, noi non ci sen­ti­remo vin­co­lati ad appli­care l’accordo.

Aumen­terà la con­flit­tua­lità nelle imprese?

Que­sto lo vedremo insieme ai lavoratori.

Ha ancora senso la per­ma­nenza di Lan­dini nel docu­mento di mag­gio­ranza del con­gresso? Camusso rice­verà la fidu­cia per la rielezione?

La mia per­ma­nenza ha senso eccome: nella pre­messa del docu­mento di mag­gio­ranza si cita pro­prio l’esigenza di una legge per ripor­tare la demo­cra­zia nei luo­ghi di lavoro. Sul resto, ci sono altri pas­saggi prima: io non ho mai messo in discus­sione il segre­ta­rio gene­rale, né chiedo un voto su di lei. Ma il voto sull’accordo, quello sì, lo chiedo.

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