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Pescara, 25/11/2024
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Data: 25/01/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Il presidente lascia per l’Emiciclo ma ha la Testa alle comunali

PESCARA In un Paese dove non si dimette nessuno, in Abruzzo, nelle ultime ore, c'è stata la corsa a chi si dimetteva per primo. Ma alla fine solo Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara, ha confermato l'intenzione in maniera ufficiale, lasciando aperta, tuttavia, la porta del ripensamento entro venti giorni. Gli altri tre colleghi di Provincia restano in sella, da Antonio Del Corvo (L'Aquila), Walter Catarra (Teramo) ed Enrico Di Giuseppantonio (Chieti) che in extremis ha fatto marcia indietro. Ad altri livelli istituzionali, hanno lasciato quattro assessori della Provincia di Chieti (Mauro Petrucci, Daniele D'Amario, Alessio Monaco e Nicola Campitelli), uno di Pescara (Antonio Martorella) e il sindaco di Silvi Gaetano Vallescura. Non si è dimesso, ma questa non è una sorpresa, il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, che ha sciolto la riserva quattro ore dopo che il suo principale avversario alla rielezione, Testa, aveva passato la mano. «Mi rendo conto - ha commentato Mascia - che in questo modo mi precludo altre possibilità, ma ritengo di aver diritto a porre nuovamente la candidatura». Non lascia, anzi, vuole raddoppiare «perché io - ha aggiunto - non faccio come quelli che attraversano la strada e vanno dal prefetto per dimettersi, salvo poi ripensarci». Un riferimento che sembrava destinato a Testa, Mascia però si è affrettato a precisare: «Parlavo dei sindaci, che c'entra Guerino, lui ha fatto una scelta legittima». Mascia ha poi snocciolato una lunga teoria di opere realizzate e altre avviate, sottolineando che «tutto è stato fatto nel segno della trasparenza e senza mai aumentare le tasse comunali». Quello che non si è riuscito a fare, invece «è colpa di un'opposizione nichilista che ha fatto saltare un'operazione strategica come quella dell'ex Cofa». Si consola, Mascia, con i tanti cantieri aperti in città e «con quello fondamentale del Ponte Nuovo, che ora può finalmente partire dopo l'ok del Tar, un'altra opera di straordinaria importanza per la viabilità». Anche Testa in mattinata aveva messo in mostra «le tante cose buone realizzate da questa Provincia che si è dimostrata utile nei fatti. Abbiamo trovato strade dissestate per 700 chilometri, scuole fatiscenti riuscendo a rimettere in sesto tutto quanto». Tra gli obiettivi raggiunti, il presidente dimissionario inserisce anche la Stella Maris, che il Comune di Montesilvano vuole acquisire: in questo caso, però, manca ancora un progetto credibile sulla destinazione d'uso dello splendido edificio costruito alla fine degli anni Trenta. Testa non parla neanche delle grane politiche degli ultimi tre anni quando ha dovuto guidare l'Ente, in pratica, senza maggioranza. Poi rammenta che «i risultati sono stati ottenuti nonostante le risorse sempre più ridotte e la zavorra del caso Barusso che ha tolto due milioni di euro di risorse che avremmo voluto usare diversamente». Se Mascia ha ringraziato Pdl e Pescara Futura, che gli hanno permesso di portare a termine il mandato «nonostante alcuni problemi», non ha potuto fare altrettanto con l'Udc alla quale ha addebitato, senza citarla, «le fibrillazioni vissute dalla maggioranza». Spaccature profonde che hanno portato il capogruppo Vincenzo Dogali a esclamare: «No al Mascia-bis, usciamo dalla coalizione». La sfida fra i due è lanciata da tempo e ieri Mascia ha avuto dalla sua anche il senatore Antonio Razzi, piombato in sala Giunta per ribadirgli il sostegno di Forza Italia: «Che nei sondaggi ha il 21%, - ha aggiunto il sindaco - cosa che mi conforta in vista del voto». A parole, nessuno dei due teme le primarie, tuttavia Mascia puntualizza che «il centrodestra fa le primarie dove è stato all'opposizione oppure dove il suo sindaco ha già terminato due mandati». Primarie affondate per lui e per Forza Italia, dunque, che hanno il sindaco uscente e con quello vogliono ripresentarsi. Quanto al suo avversario, Testa non le teme affatto, come non teme lo scontro diretto con Mascia, ma ne farebbe a meno «perché quando andiamo uniti vinciamo». E poi l'ultimatum alla coalizione: «Mi aspetto che trovi in fretta una sintesi», lasciando intendere che dall'incontro con il senatore e ministro Gaetano Quagliariello (domani a Teramo) aspetta l'imprimatur ufficiale. Se le immagini hanno un senso, ieri Testa aveva al fianco pochi intimi mentre Mascia sfoggiava la squadra al completo.

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