A me non interessa cosa abbia fatto il Governatore Chiodi nella stanza 114 di quel lontano 13 Marzo del 2010.
Non ho mai scritto guardando dal buco della serratura.
Non m'interessa di Paolo Gatti, Mauro Di Dalmazio, Castiglione, Febbo, mi piace pensare che non abbiamo offerto noi, la stanza per l'impiegata amministrativa che si riuniva per lavoro con il Governatore Chiodi, la stanza nell'Hotel napoletano dell'Ass. Gatti, le quattro donne del vice presidente Pagano, quattro donne e sarà anche convinto di essere bello, fico, e un "fregno", i campari e il vino dell'assessore Di Dalmazio e tutto ciò che viene minuziosamente riportato dalle carte che svolazzano in giro, sul web e in edicola.
Eppure quelle ricevute sono come coltelli nei fianchi, sono come occhi al sole, mani nella neve, bruciano di ghiaccio bollente.
Mentre la politica rovina le famiglie, gli affetti, i valori, gli esempi, mentre le vere persone oneste si sarebbero dimesse, coperte di vergogna, la Tac dell'Ospedale Mazzini, quella nuova, non è mai entrata in funzione, il reparto di oncologia, dove la gente continua a lottare per non morire è di nuovo in stato di emergenza, mentre le nostre strade sono un pericolo mortale, mentre il lavoro fa rima stonata con il suicidio, mentre le aziende chiudono, gli scoraggiati diventano un partito politico, mentre provo rabbia mentre scrivo, io vorrei ripartire da un uomo che non ha preso la carta di credito, che non ha fatto un solo rimborso, che fa anche l'Assessore regionale e a cui offrirò volentieri un caffè.
La faccia del nostro Abruzzo.
Giandonato Morra.
Grazie.