Ancora grossi problemi sulla tratta ferrata Teramo-Giulianova, rimasta bloccata ieri sera dalle 19.30 a dopo le venti, pr un treno, proveniente da Teramo e fermo sulla tratta dopo aver dovuto procedere, marcia a vista, in quanto il passaggio a livello di contrada Mulinetto era rimasto aperto.
Gravi disagi, dunque, per il personale ferroviario, che, da quello che si è appreso non sarebbe riuscito ad avere alcun tipo di collegamento con la stazione di Giulianova. Mentre deve essere ripensato anche il ruolo della Polizia Ferroviaria con sede chiusa a quell'ora e con gli agenti che vengono per lo più impiegati in servizio sui treni e non sul territorio, per cui può accadere che quando succede qualcosa di grave, siano altrove. Non si sa bene nemmeno se la sede Polfer abbia ancora un responsabile diretto, in quanto la dottoressa Corvaglia sarebbe in servizio anche a Teramo, Insomma in queste condizioni, a nostro avviso, di precarietà, il punto Polfer giuliese rischia davvero la chiusura, che, peraltro, incombe da molti anni, specie dopo le altre chiusure, quella dell'Ufficio movimenti e quella della biglietteria nelle ore di notte per cui lo scalo giuliese diventa notoriamente terra di nessuno con extracomunitari e nomadi che entrato a propri piacimento, spesso dormono in stazione, pronti ad andare via quando riaprono gli uffici. Ma torniamo a quanto accaduto venerdì sera. Superato, marcia a vista, il passaggio a livello di contrada Mulinetto, il più vicino alla stazione di Mosciano (noto anche per la lunghissima chiusura quando deve arrivare un convoglio da Teramo), il personale del treno si sarebbe rifiutato di procedere oltre, in quanto non aveva la certezza che le sbarre degli altri impianti fossero debitamente chiuse. Intanto, di fronte alle sbarre abbassate, al passaggio a livello di via Filetto, si ammassava e tendeva a cresce il numero delle auto e dei furgoni forzamento in sosta. Arrivava, a quel punto, molto opportunamente, una pattuglia del Nucleo radiomobile dei carabinieri di Giulianova, che riusciva ad avere un contatto telefonico con il personale viaggianti. I carabinieri invitavano capotreno e macchinista a riprendere a marcia, sia perché le sbarre a via Filetto erano abbassate sia perchè avrebbero fatto buona guardia loro. Non c'era niente da fare, il treno non si muoveva ed allora i militari, fatta marcia indietro, si portavano nel punto esatto dove era fermo il convoglio e questo finalmente poteva riprendere la marcia.