TERAMO «Mi candido per vincere». Manola Di Pasquale lancia così la sfida al sindaco uscente Maurizio Brucchi. Sono passate poche ore dalla riunione in cui l'unione comunale del Pd le ha affidato il compito di guidare il partito e il centrosinistra alla riconquista del municipio e lei parte subito all'attacco. «Mai come adesso il Pd è stato così compatto», esordisce il 48enne avvocato, «altrimenti non avrei accettato». La sua designazione è arrivata all'unanimità, al termine di un confronto partito dai circoli territoriali e culminato nella tarda serata di venerdì con l'incontro al quale hanno partecipato tutti i dirigenti cittadini del partito. L'obiettivo del consigliere che punta a diventare sindaco è chiaro: «Cambiare verso a questo modo di non fare del centrodestra a Teramo». Altrettanto netta è l'analisi di partenza. «Siamo il primo partito in Italia», scandisce Manola Di Pasquale, «il Pd è nato per governare e ha uomini e programmi per farlo». L'investitura unanime per l'aspirante sindaco, prima donna teramana ma probabilmente non l'unica a correre per quest'incarico a maggio, è una prima gratificazione. «Ringrazio per la grande fiducia che mi è stata accordata», sottolinea la presidente regionale del Pd, «ho assunto questo impegno con un profondo senso di responsabilità verso la città che amo e verso il partito». La presentazione pubblica, prevista alla presenza del sottosegretario Giovanni Legnini, e la successiva assemblea programmatica definiranno il quadro politico in cui Manola Di Pasquale e il Pd intendono muoversi in vista dell'appuntamento con le urne. Un accenno, però, la candidata lo fa subito. «Siamo aperti alla condivisione del programma», osserva e getta così le basi di possibili alleanze. Sulla stessa linea spinge il segretario comunale del Pd Alberto Melarangelo. «Siamo pronti a costruire un progetto comune con le nostre proposte», afferma, «non rinunciamo all'apertura di un tavolo per primarie di coalizione». Il dirigente, che il 25 maggio sarà per la terza volta candidato consigliere in Comune, ripercorre le tappe che dall'addio di Giovanni Cavallari, primo designato come aspirante sindaco, hanno portato all'investitura di Manola Di Pasquale. «Sia i circoli che i singoli iscritti sono stati coinvolti in questo percorso», ricorda, «tutti si sono espressi». La scelta è stata dettata dall'orientamento politico verso una candidatura che fosse una chiara espressione del Pd. «L'identità si è unita a una proposta forte», evidenzia Melarangelo, «che rimanda a un lavoro di opposizione netto e visibile, determinato e determinante per alcuni risultati ottenuti». Il segretario indica in particolare l'impegno di Manola Di Pasquale su temi relativi alla fiscalità locale e sulla necessità di un nuovo socio privato per la Team «che ha indotto l'amministrazione a modificare la propria strategia». A questo punto l'obiettivo si sposta sulle alleanze, difficili al primo turno considerate le indisponibilità raccolte finora sulle primarie, e sulla formazione delle liste. Oltre a quella del Pd ci sarà anche una civica che porterà il nome della candidata sindaco.