PESCARA Ieri, oggi e domani è il film che il centrodestra sta girando e si appresta a mandare nelle sale consiliari abruzzesi. Con la Regione nella bufera, la scena principale si svolge a Pescara dove il duello Mascia-Testa è appena all'inizio. Per ora siamo alle schermaglie, con le mosse scontate dei contendenti: Testa lascia, Mascia raddoppia. Il prossimo ciak è in programma a Teramo dove il segretario nazionale Alfano e il ministro Quagliariello lanciano le candidature a livello regionale e nelle singole amministrazioni locali. L'appuntamento è per stamane alla Gammarana e in prima fila c'è Guerino Testa, delfino di Gaetano Quagliariello, che attende buone nuove da Angelino Alfano. Mentre Luigi Albore Mascia si gode una domenica di relax e aspetta serafico (almeno così pare) la decisione del suo partito, Forza Italia, e della coalizione tutta, Testa mette fretta al centrodestra pescarese. «Ma non per paura. - precisa - Ho detto che bisogna decidere velocemente perché i partiti hanno tutti gli elementi utili per farlo». Tradotto dal politichese, significa che Testa sente di avere dalla sua anche buona parte dei forzisti e vuole, ovviamente, che si decida ora e subito senza aspettare troppo. I colpi di scena sono sempre all'ordine del giorno e potrebbe accadere che il vento attuale, che Testa ritiene a lui favorevole, possia cambiare direzione. Inoltre, siccome il tavolo politico si tiene domani (Forza Italia, Ncd, Udc, Rialzati Abruzzo, La Destra e Fratelli d'Italia), ecco che il presidente dimissionario della Provincia chiede di accelerare. «Il rischio - aggiunge - non è tanto quello di logorarsi, quanto di non dare risposte sollecite sia al nostro elettorato sia all'intera comunità che già mal digerisce la lentezza e l'inefficienza della politica». La domenica del sindaco uscente-entrante, invece, si gioca in maniera più soft. Mascia ha detto la sua venerdì ribadendo certezze vere e presunte, ma dietro la facciata anch'egli sente la pressione di una scelta che vede la coalizione ancora divisa. Mascia ritiene di meritare la conferma «in virtù di quanto abbiamo realizzato in questi cinque anni e anche per quanto abbiamo seminato in prospettiva, visto che tra cantieri partiti e altri in itinere, il secondo mandato è imprescindibile per il completamento delle opere ed emettere un giudizio sull’amministrazione».
Aspettando la decisione del tavolo politico, dagli altri fronti arriva una bocciatura ciascuna: Corrado Di Sante, segretario provinciale di Rifondazione comunista, mette nel mirino la Provincia per quella che chiama «la grande fuga del presidente Guerino Testa e degli assessori Antonio Martorella e Roberto Ruggeri. La giunta di centrodestra da due anni e mezzo non ha più la maggioranza, salvata più volte dai sindaci del Pd eletti in consiglio. Le dimissioni sono l'ennesimo atto di un malcostume imperante». Ci spostiamo in Comune, dove Massimiliano Pignoli (Fli), non potendo rimproverare Mascia di essere fuggito, lo censura per il motivo opposto ovvero per aver manifestato la volontà di rimanere. «Le mancate dimissioni del sindaco di centrodestra Mascia - commenta - rappresentano una brutta notizia per la città che sarà costretta a vivere ulteriori quattro mesi di calvario politico-amministrativo».