TERAMO Un’operazione verità che guardi al presente e che punti a restituire alla Tercas quella funzione di banca del territorio assolutamente fondamentale per garantire all’economia teramana di uscire dalla crisi che la attanaglia. Se l’inchiesta della magistratura romana mira a far chiarezza sul passato, la Cgil con un salto temporale arriva ai giorni nostri e punta il dito contro la gestione commissariale di Riccardo Sora. Perchè secondo il sindacato ad oggi ci sarebbero ancora troppe ombre. «Crediamo che questi due anni di commissariamento non siano stati particolarmente brillanti - tuona il segretario regionale della Fisac Cgil Francesco Trivelli - Sicuramente è stato fatto uno sforzo, ma ci sono ancora delle cose poco chiare. A cominciare dal fatto che quei personaggi che avevano un ruolo chiave nella vecchia gestione sono ancora tutti ai propri posti. Ma non solo. Chiediamo un’operazione verità sui costi, su presunti premi ad personam, sugli stipendi dei dirigenti. Soprattutto in un momento in cui tutti stiamo stringendo la cinghia». Una richiesta di chiarimenti, quella della Cgil, che diventa ancor più pressante a fronte di alcune situazioni che per il sindacato non farebbero altro che aumentare le ombre sul presente, facendo temere che alla fine a pagare siano proprio quei dipendenti che avrebbero agito in buona fede. «Mentre i dirigenti sono tutti al proprio posto, ad oggi l’unico che sembra aver pagato è un dipendente che è stato licenziato ufficialmente ai sensi della legge Fornero - incalza Mauro D’Ignazio, segretario provinciale della Fisac - Ed è strano che fosse una persona che in qualche modo aveva ostacolato un pò la vecchia gestione». Ma le perplessità non finiscono qui. Perchè la Cgil chiede spiegazioni anche in merito ai rapporti con i Confidi e rassicurazioni sul futuro della banca e su quello dei lavoratori. «In Abruzzo esistono due confidi più "grandi", che sono Mutual Credito ed Intercredit - continua Trivelli - Stranamente abbiamo il sentore che il gruppo Tercas, ed in particolare la Caripe, non stia lavorando più come in passato con Mutual Credito. Perchè?». Domande in attesa di risposta, così come quelle sul futuro della banca e dei lavoratori. «In Tercas mancano completamente le relazioni industriali - commenta il segretario provinciale della Cgil Alberto Di Dario - se chiediamo all’azienda risposte su presunti premi ad personam, su quali e quanti incentivi siano stati pagati non otteniamo risposte. E questo è grave, soprattutto a fronte del fatto che quando l’azienda ha posto il problema del taglio del personale, abbiamo trattato per l’esodo incentivato di 100 lavoratori, che sono già usciti, di altri 30 che usciranno entro il 2020». Tagli che, ricorda il sindacato, hanno interessato solo quelle persone che quotidianamente si rapportano con i clienti e ai quali si è proceduto, a fronte di 1500 ore di straordinario chieste ai dipendenti, solo nel mese di settembre, mentre a livello di vertice «non si è fatto nulla». Questioni che andrebbero chiarite immediatamente, per il sindacato, per consentire alla Tercas di tornare a svolgere quel ruolo che le è proprio. «Nonostante in provincia le aziende abbiano già usufruito di 9.700.000 ore di cassa integrazione e nonostante l’occupazione continui a scendere - concludono i sindacati - per la prima volta il numero di aziende che apre è superiore a quello delle aziende che chiudono i battenti. Segno che c’è voglia di ripresa, che c’è dinamismo. Una voglia che però deve essere sostenuta dalla ripresa del credito. Ed in questo senso la Tercas deve tornare ad essere protagonista. In questo contesto negli anni passati ha giocato un ruolo fondamentale, è stata tra le prime a dare sostegno alla nostra economia». Un’economia oggi in affanno, che ha visto chiudere decine di aziende storiche del territorio, ma che potrebbe tornare a brillare.