Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/11/2024
Visitatore n. 740.949



Data: 27/01/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
La prima difesa dei politici corre sul web. Chiavaroli ironico: «Ecco gli scontrini da 10 euro. Ma l’inchiesta quanto ci costa?»

PESCARA Dal sarcasmo pungente di Ricardo Chiavaroli, alla rabbia di Lorenzo Sospiri, passando per l'amarezza di Carlo Masci, Franco Caramanico e Mauro Di Dalmazio, fino all'ostentata normalità di Paolo Gatti, l'analisi delle «strane coincidenze» di Alfredo Castiglione e la praticità di Gianni Chiodi che «lascia le parole... ai fatti». Sono da poco passate le 18 del 22 gennaio quando, sui media, esplode lo scandalo Rimborsopoli. Meno di 24 ore molti dei 25 indagati rispondono via web a quegli avvisi di garanzia giunti ufficialmente soltanto la mattina successiva, a due mesi dalle elezioni. Eppure quei rimborsi, come molti si affrettano a scrivere su Facebook, tanto d'oro per molti dei personaggi coinvolti non sono. Anche loro però, con il presidente della Regione Gianni Chiodi e quello del Consiglio regionale Nazario Pagano cui si contestano cifre decisamente più importanti, sono chiamati a rispondere dai pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio di peculato, truffa e falso ideologico. Tutti, secondo la magistratura, avrebbero gonfiato, cancellato o non motivato spese a carico della Regione per portarsi al seguito parenti, amici ed amanti. Se Carlo Costantini affida l'intero racconto sugli 80 euro contestatigli a una nota stampa, il primo a irrompere sul web è Chiavaroli che, appresa la notizia, posta la sua foto in primo piano cogliendo «l'occasione per annunciare che alle imminenti elezioni regionali d'Abruzzo sarò candidato nella lista di Forza Italia, circoscrizione Pescara. A testa alta»; aggiungendo, il 24 gennaio a margine della conferenza stampa tenuta da Chiodi, un messaggio: «a chi pensa di sterminarci: noi non molliamo». Per lui il 23 gennaio, scrive ancora su Fb la Procura di Pescara «tramite mass media ha avviato la campagna elettorale della Regione Abruzzo» condividendo il pensiero del vicepresidente Castiglione che, ringraziando tutti per la solidarietà, pubblica un articolo in cui si parla della presenza dei due pm a un evento tenuto da Luciano D'Alfonso, spiegando che «arriva anche il momento in cui inizi a riflettere su alcune ipotesi, scenari e strani disegni, ai quali non avresti mai voluto credere . . . . oppure le strane coincidenze». Se Chiodi si affida alla politica messa in campo negli anni del suo mandato sottolineando sul social network che «i dirigenti in servizio della giunta della Regione Abruzzo sono 73», fatto che testimonierebbe le «meno spese» sostenute, Lorenzo Sospriri, pubblicato il suo avviso di garanzia che gli contesta un totale di 652 euro con un «ìops è iniziata la campagna elettorale», posta il 25 gennaio un'inchiesta del Corriere della Sera sul doppio lavoro nero di dipendenti pubblici e professori chiedendosi «com'era a storia della pagliuzza e della trave». Pagano non scrive nulla, mentre l'assessore Paolo Gatti, pubblica una foto con la moglie il 26 gennaio per «ìuna domenica finalmente normale» affidandosi «agli uffici predisposti» per verificare quelle fatture di cui, scrive il 24 gennaio, non conosce la procedura, così come Mauro Di Dalmazio che non nasconde quell'amarezza ancor più forte nelle parole di Franco Caramanico che, afferma, quell'hotel 5 stelle in Canada non lo ha neanche pagato perché «la prenotazione fu fatta dagli organizzatori dell'incontro». Il più deluso, certamente è Carlo Masci: «dopo 19 anni di attività politica – posta - ricevo il primo avviso di garanzia» per una «frase generica, missione istituzionale». Una genericità, aggiunge, «derivante da una prassi degli uffici regionali risalente nel tempo, costituirebbe, a detta dei pm, un reato». Un'inchiesta esplosa sui media, una difesa iniziata sui media e, di conseguenza una domanda che sempre Chiavaroli rivolge a chi invita gli indagati a tirar «fuori le carte». «Bene – scrive - Noi abbiamo già fatto vedere gli scontrini da 10 euro oggetto di inchiesta. La Procura comunichi quanto sono costate le indagini fino ad oggi».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it