Escono spesso dalla porta, ma rientrano sempre dalla finestra. Dirigenti, nomine, poltrone che come un valzer si girano a manager e politici di turno, anche quando non ce ne sarebbe bisogno. È capitato anche a Cotral Patrimonio, la società che, per delibera di giunta regionale del 3 ottobre, deve essere liquidata per confluire nella nuova agenzia della mobilità, insieme ad Aremol e Astral. Un provvedimento peraltro di imminente approvazione definitiva. Fino a Capodanno a tenere il timone della società, Paolo Mecci, che poco prima di lasciare, come riportato da Il Tempo ha dato vita a una nuova macrostruttura, con tanto di promozioni. Mecci, che comunque non percepiva emolumenti per la carica di amministratore unico, è stato invitato a lasciare l’ufficio, nel quale voci di corridoio riferiscono si sia fatto costruire un bagno ex novo. In pochi a questo punto pensavano a un successore. Buon senso infatti avrebbe voluto una gestione interna di transizione fino alla fusione che dovrebbe avvenire, appunto, in tempi brevi. E invece no. Il 15 gennaio l’Assemblea dei soci, ovvero la Regione che detiene l’86,72% delle quote Cotral Patrimonio spa, ha deliberato al punto due dell’ordine del giorno «la nomina dell’amministratore unico, attribuzione di poteri e definizione dell’emolumento». E precisamente: «Nulla da deliberare relativamente alla nomina e al compenso dell’Amministratore unico in quanto suddette determinazioni rientrano nella competenza attribuita al Presidente della Regione Lazio». I poteri conferiti sono invece gli stessi del predecessore. Ovvero infiniti. Ecco allora che al posto di Mecci è subentrato Giorgio De Ros, già alto dirigente Atac. Il suo nome figura nell’organigramma del sito aziendale; nella casella trasparenza tuttavia la sezione «dati informativi personale dirigente» è inesorabilmente inaccessibile. Indiscrezioni parlano di un mandato a tre anni e di un emolumento a tre cifre. Vale dunque la pena di ricordare un passaggio della memoria di giunta del 3 ottobre sui benefici dell’unificazione delle società: «Una riduzione ed eliminazione delle diseconomie generate dalla duplicazione delle competenze e funzioni; l’attivazione di economie di scala mediante la centralizzazione di funzioni e uffici e la compressione dei costi di funzionamento; l’internalizzazione della funzione di direzione lavori con conseguenti benefici sulle risorse impiegate».