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Pescara, 25/11/2024
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Data: 28/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rimborsopoli d'Abruzzo - Gli ospiti fantasma nodo di Rimborsopoli. Parenti, amici, amanti nessuno aveva titolo per i viaggi istituzionali. Carpineta precisa «il riferimento all’inquisizione sul mio profilo l’ha postato un mio amico, non io»

PESCARA In vista degli imminenti interrogatori per l'inchiesta rimborsopoli, quella sugli indebiti rimborsi per le missioni a carico dei 25 politici regionali indagati dalla procura di Pescara, si mettono a punto le strategie difensive da parte del nutrito collegio di avvocati che, insieme ai loro assistiti eccellenti, sfileranno davanti ai magistrati Bellelli e Di Florio i prossimi 4 e 12 febbraio.
LE POSIZIONI DIVERSE

Quello che principalmente contestano gli indagati è quel presunto diffuso malcostume politico di cui parlano i magistrati pescaresi, chiamati a definire in tempi brevi questa prima tranche dell'inchiesta anche in vista delle ormai imminenti elezioni di maggio. Le posizioni dei 25 indagati sono evidentemente diverse visto che per un ristretto numero si parla di svariate migliaia di euro indebitamente percepite come rimborsi e per altri le ricevute contestate si attestato su qualche centinaia di euro. Del primo gruppo fanno parte in particolare i due presidenti, quello della giunta Gianni Chiodi e quello del consiglio regionale, Nazario Pagano: al primo si contestano 24 mila euro, al secondo dai 10 ai 15 mila euro. Seguono a ruota il vice presidente Alfredo Castiglione e l'assessore Mauro Febbo. Quest'ultimo, in particolare, piuttosto costoso per le casse regionali visto che ad ogni trasferta non spendeva meno di 80 euro per mangiare. Il problema vero è che a quegli incontri conviviali contestati partecipavano, a spese della Regione, anche personaggi che nulla avevano a che fare con quella trasferta istituzionale: amici, amanti, collaboratori che non figuravano in quanto le ricevute della nota spese o gli scontrini delle carte di credito regionali non specificavano il numero dei commensali.
Ci sono anche episodi, come quello che interessa l'assessore Castiglione, dove la ricevuta sarebbe stata addirittura corretta a penna e il pasto per due trasformato per una sola persona. Gli interrogatori dovrebbero essere comunque piuttosto brevi in quanto non ci sarebbe molto da dire visto che il materiale documentale acquisito dai carabinieri sarebbe già esaustivo sotto questo aspetto. Una delle linee difensive potrebbe essere quella di sostenere che comunque il costo della stanza d'albergo per una persona o per due persone non farebbe differenza: ma comunque ci sarebbero i servizi di cui avrebbero goduto persone estranee al viaggio istituzionale. Nella quasi totalità dei casi si contesta proprio il fatto di aver dormito (molto spesso in alberghi a 5 stelle) o pranzato con una o più persone facendo figurare la spesa soltanto per il politico di turno. Senza parlare degli attacchi politici alla magistratura che avrebbe operato ad orologeria facendo esplodere il caso alla vigilia delle elezioni. Ma questa è soltanto la prima tranche dell'inchiesta: la seconda, più corposa e ancor più sconcertante, riguarda i rimborsi ai gruppi che difficilmente potrà concludersi prima delle elezioni.
Sempre in tema di difese l'assessore regionale Federica Carpineta, coinvolta nell'inchiesta, precisa che il link postato sulla sua bacheca Facebook contenente il quadro del pittore genovese del 500 Alessandro Magnasco raffigurante le torture all'epoca della Santa Inquisizione, non è opera sua ma di un amico. Idem per quel che riguarda il relativo commento: «Oggi la Procura di Pescara si sta comportando esattamente come un tribunale dell'Inquisizione».

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