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Pescara, 25/11/2024
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Data: 28/01/2014
Testata giornalistica: Prima da Noi
Sulla trasparenza, politica: gambe corte e naso lungo. C'è ancora tanto da fare. Se si fossero pubblicate le ricevute dei rimborsi...

IL PUNTO. ABRUZZO. E' da tempo ormai che PrimaDaNoi.it cerca di puntare l’attenzione sull’importanza della trasparenza che è un aiuto a prevenire corruzione e sperperi.
Molto anni fa, prima ancora degli obblighi discendenti dalla volontà del Parlamento, questo quotidiano si fece promotore di una raccolta firme per pubblicare on line il Bura cosa che poi venne fatta, abolendo addirittura il cartaceo, con un risparmio economico consistente e la possibilità di consultazione gratuita per tutti (mentre prima veniva letto da una ristrettissima elite).
Poi vennero le leggi che hanno obbligato tutte le amministrazioni locali a pubblicare i documenti più importanti sui siti istituzionali (delibere, determine, albo pretorio on line…).
Gli obblighi sono precisi ma l’applicazione pratica è la più svariata, come sempre accade quando si parla di trasparenza ed è il trionfo dei virtuosismi dei furbi.
Il sospetto continuo che si ha sull’argomento –ancora oggi dopo anni di norme che si sono evolute, finalmente- è che la politica e la burocrazia siano più impegnati a trovare scappatoie per evitare di pubblicare tutto piuttosto che armarsi di mezzi e mettere on line la documentazione obbligatoria.
Prima dell’obbligo di pubblicazione sui siti, c’era comunque una legge che obbligava le amministrazioni a dare accesso agli atti a determinate condizioni ma già anni fa spiegammo che tutto si era ridotto ad una barzelletta amara. Una legge e mille interpretazioni, anche contrastanti: ma nessuno ha mai sbagliato ne è stato sanzionato.
Oggi a scandalo Rimborsopoli sorge il dubbio che molto si poteva evitare pubblicando davvero i documenti on line magari, anche facendo uno sforzo ulteriore. A chi sarebbe dispiaciuto vedere le centinaia di ricevute e rendicontazione dei consiglieri e assessori regionali? A noi non di certo e nemmeno a quei cittadini volenterosi che magari avrebbero voluto spulciarle. Invece non c’è nulla, al massimo ci è stata fatta la concessione di poter consultare un documento riassuntivo sulle spese dei gruppi consiliari, spese aggregate, voci cumulative e nessuna pezza d’appoggio. Così hanno voluto Pagano e Chiodi che hanno promesso nuove svolte nella applicazione della legge anticorruzione… peccato che nonostante i sei mesi aggiuntivi che il centrodestra si è regalato non si farà in tempo e tutto sarà rinviato alla prossima amministrazione regionale.
PrimaDaNoi.it, tuttavia, ancora una volta, nonostante la politica reticente e restia, si è offerta di pubblicare i documenti che scagionerebbero i consiglieri oggi indagati ma a conti fatti la risposta è stata scarsa: si fa prima a parlare che a fare.
Ma che la trasparenza sia un problema secondario lo si evince facilmente anche da alcune dichiarazioni che personalmente reputo gravissime.
C’è quella dell’ex sindaco dimissionario Massimo Cialente che a L’Aquila non ha fatto un buon lavoro di trasparenza proprio nei momenti più cruciali della città anche se le cose sono cambiate negli ultimi anni. Nella sua conferenza di ritorno ha detto che al Comune c’è trasparenza, ci sono tutti i documenti on line «anche se solo con l’intestazione e non con il testo completo».

Ecco che cosa è la trasparenza per Cialente, come se il titolo di un documento fosse uguale a leggere il suo contenuto.
Che discorso è? Ma si capisce ancor di più dalla motivazione che il primo cittadino ha addotto: «è troppo faticoso e costoso scansionare tutti i documenti».
Situazione al limite del grottesco e motivazione che la supera di gran lunga ma tanto le leggi sulla trasparenza non prevedono sanzioni e dunque…
Ah, ma le cose cambieranno e così è arrivato l’ex procuratore Nicola Trifuoggi che dovrà rivoluzionare il mondo della trasparenza a L’Aquila. Auguri ma ci si poteva pensare molto prima.
La politica prova fastidioso verso controllo generalizzato sul proprio operato (lo abbiamo già certificato in passato) ed infatti vengono pubblicati a fatica i documenti sui redditi patrimoniali, quelli per esempio che si trovano dopo ricerche di diversi minuti sul sito del Consiglio Regionale. Perché uno dei trucchi è proprio quello di pubblicare on line… ma vattelo a cercare se sei bravo…
Il sindaco Di Primio a Chieti risulta di gran lunga più furbo di Cialente: se il secondo non trova tempo e soldi per scansionare i documenti e farli pubblicare sul sito, il primo invece ottempera alla lettera gli obblighi di legge ma di fatto è impossibile ogni ricerca. Eccovi tutte le delibere, ora provate voi a cercare quella che vi serve o vi interessa.
Dieci e lode in escamotage e complimenti a tutti e continueremo comunque a sforzarci di credervi sulla parola.

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