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Pescara, 25/11/2024
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Data: 28/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, scatta l’indagine sui doppi biglietti. L’ad davanti ai consiglieri

Un faldone carico di documenti. È la relazione della commissione capitolina sulla presunta falsa bigliettazione in Atac, consegnata ieri ai consiglieri di Palazzo Senatorio per una prima valutazione. Una relazione cui seguirà, la prossima settimana, l’audizione dell’amministratore delegato dell’azienda di trasporto pubblico, Danilo Broggi. Documenti, quelli consegnati dalla commissione, molti dei quali contenuti nei fascicoli della procura della Repubblica e della guardia di finanza, che stanno indagando sulla truffa dei biglietti falsi. Una ricostruzione documentale che ripercorre, passo passo, la produzione e lo stoccaggio dei biglietti falsi, nonché il passaggio dei codici. Un ulteriore tassello che s’inserisce nel «sistema Atac», definito dagli stessi dirigenti «una sorta di bancomat» usato all’occorrenza trasversalmente dalla politica e dai singoli, per incamerare denaro. Documenti che portano nomi e cognomi di manager interni dell’azienda, che non si sarebbero accorti del fiume di denaro che si volatilizzava.
I DOCUMENTI
Di certo, spiegano alcune fonti interne all’azienda, fino a oggi Atac non ha mai voluto sapere il flusso reale di passeggeri trasportati. Un sistema fallace, che non riesce a contare: biglietti stampati, biglietti venduti, biglietti obliterati. Gli unici contatori riguardano la metro, mentre per i bus non vi è nulla. E i numeri, veri, ci sono. Sui biglietti falsi, gli investigatori avrebbero individuato più canali privilegiati. Indagini sono aperte sulla stessa società che li stampa, il gruppo ced che passa i dati, i distributori e i rivenditori. Una storia che si trascina da almeno dieci anni che avrebbe sottratto alle casse di Atac centinaia di milioni di euro, condannando la società a un passivo molto pesante e al rischio di finire fallita.
AMMINISTRATORE UNICO
«Non ho nessun commento da fare su Atac - dice il sindaco Ignazio Marino, uscendo dal Quirinale, a chi gli chiede se Atac avrà un amministratore unico - Certamente in generale ho sollecitato le forze politiche perché si porti in discussione in assemblea capitolina la delibera di luglio 2013 con cui si va nella direzione, in tutte le municipalizzate, in modo di avere un amministratore unico, maggiore snellezza nel governance delle nostre aziende». All’attacco anche il Movimento 5 Stelle favorevole all’amministratore unico: «Il 1 agosto 2013, pochissime settimane dopo l’insediamento, il gruppo capitolino M5S ha presentato in Aula Giulio Cesare una mozione, approvata poi all’unanimità, riguardante Atac. Nello specifico si chiedeva, ad esempio, la riduzione dei dirigenti e la parametrazione delle loro retribuzioni in base a quelle degli altri lavoratori, a legare i criteri di determinazione dei bonus all’effettivo risultato di esercizio, ad eliminare i privilegi economici riconosciuti ad una parte del personale di Atac». Istanze che si sono in parte concretizzate, spiegano dal Movimento «sperando che questo sia solo il primo passo verso l’efficienza e la meritocrazia nell’azienda».

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