ROMA I sindaci chiamano un consiglio straordinario di Alitalia sul tema della liquidità che non compromette, comunque, il regolare pagamento degli stipendi di gennaio. La compagnia sarebbe riuscita a salvaguardare le retribuzioni - ieri i dipendenti avrebbero avuto comunicazione che saranno accreditate da oggi -, dilazionando il pagamento dei fornitori: i soldi in cassa si prosciugono, serve che, al più presto, le banche concedano i 200 milioni di nuova finanza rientranti nella manovra da 500 milioni scadenzata per la fine di dicembre scorso. Siccome la manovra è incompleta (ha raccolto solo 300 milioni di aumento), il collegio sindacale, dovendo monitorare la continuità aziendale, ha convocato per le 14 di oggi, secondo quanto risulta al Messaggero, un board che dovrà fare il punto sui soldi in cassa, con l’ausilio dell’advisor Leonardo & co. Ancora nessun segnale concreto invece, dal fronte delle banche che, in base alla delibera del cda Cai presa lo scorso autunno, devono aprire il rubinetto. Unicredit e Intesa, che già hanno fatto la loro parte garantendo 100 dei 300 milioni dell’aumento, avrebbero subordinato il nuovo sostegno al coinvolgimento di Mps e Popolare Sondrio, gli altri due istituti esposti rispettivamente per 50 e 90 milioni. Ma Siena e la banca della Valtellina frenano per non aumentare il rischio e, nonostante i segnali provenienti da palazzo Chigi, tengono duro. Ma fino a quando non si concretizzerà una posizione comune i soldi non arriveranno. Unicredit che è esposta per 185 milioni (la maggior parte factoring) e Intesa (200 di cui 3/4 firma per garantire Eni) confidano che anche le altre due possano tornare sui loro passi. L’auspicio è che entro i primi di febbraio siano firmati gli accordi per rinegoziare al 30 giugno 2015 i 420 milioni di debiti a breve, più la nuova finanza.