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Data: 28/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Forza Italia, nuova diarchia Toti-Pascale Francesca sentenzia: Nunzia resti fuori

ROMA E’ un partito tandem, ormai, Forza Italia. Sempre di più. E’ il partito Toti-Pascale. Silvio non ha trovato un suo vero erede, ma una sorta di diarchia - altro che Verdini-Fitto! - si è stabilita nell’universo azzurro. E’ quella formata da Francesca e dal Pupone (non Totti, ma Toti). Francesca non solo ormai esterna ufficialmente, come avesse un ruolo istituzionale, sul Giorno della memoria, ma detta anche la linea politica: «Non sento De Girolamo da quando ha lasciato il suo padre politico Berlusconi. E non sostengo affatto il suo rientro in Forza Italia». Insomma Nunzia, la ex grande amica bollata ora da Francesca come ingrata e traditrice, resti fuori. Una posizione che coincide con quella di un altra colomba, il capogruppo Paolo Romani, e va nella direzione del totismo e tra totismo e dudismo la sintonia per ora è perfetta. Si tratta della comune voglia di Francesca e di Giovanni di un rinnovamento del partito all’insegna della presentabilità, senza ripescaggi imbarazzanti - vedi il caso di Cosentino - tutto all’insegna di una trinità così formata: famiglia (soprattutto Marina), azienda (Confalonieri è alla base della svolta) e new deal. Quello alla Cattaneo, il sindaco giovane di Pavia sempre indicato da Toti come esempio di classe dirigenti da promuovere.
LE RETI

Il senatore Francesco Giro è uno degli uomini con cui Toti ha aperto un dialogo, anche per ragionare su Roma in vista di un’offensiva sull’amministrazione della città. Il nuovo delfino ha un ottimo rapporto con Deborah Bergamini, responsabile della comunicazione e già sono in corso riunioni operative (in attesa che Toti verrà ubicato nella ex ala Alfano mai occupata da Angelino). Ottimo rapporto con Tajani, utilissimo in vista delle elezioni Europee dove Toti si giocherà tutto e gli aspiranti eurodeputati bussano alla sua porta (che ancora non c’è). I totismo attira in molti casi gli scontenti per la gestione Verdini. Ma non solo loro. E poi, con Verdini, il rapporto di Giovannone non è male. Cercano di non pestarsi i piedi. Orami totizzati i vari Galan e Miccichè. Totisti alcuni coordinatori regionali (e pascaliani) come De Siano in Campania. E anche esterni come Marcello Fiori, quello dei club, e Furlan (quello dell’esercito di Silvio). Con Bondi, va tutto bene, anche se da quando c’è Pascale il buon Sandrone si vede poco a Palazzo Grazioli, e comunque il tenero poeta-senatore è totista se non altro perchè non ha preso bene la mancata nomina - by Verdini - di Emanuela Repetti, sua fidanzata, come coordinatrice in Piemonte. Lo stesso Gasparri ha manifestato più di un’insofferenza rispetto a certa centralizzazione delle decisioni e dunque è pronto a respirare quel’«aria nuova» di un «partito aperto», promessa dalla svolta pascalian-totista.
Nella strategia delle alleanze il nuovo corso significa: riavvicinamento a tutti i livelli con il partito di Alfano. Sta già, abbondantemente accadendo, in vista dele elezioni amministrative di maggio: nella stragrande maggioranza degli oltre 4.000 comuni che vanno al voto, il centro-destra vecchio e nuovo si presenta insieme da Nord a Sud. E anche per definire le alleanze sul territorio l’8 febbraio Alfano e Quagliariello andranno a Cosenza, dal coordinatore regionale Antonio Gentile, uno dei pezzi elettoralmente molto forti del Ncd. Il quale spiega: «Puntiamo ad essere il primo partito in Calabria alle Europee». E lì, ci possono riuscire. Nelle regionali in Abruzzo, gli alfanei appoggiano il forzista, uscente, Chiodi. E prima ancora, il 17 febbraio, le regionali in Sardegna, dove Ncd e Fi sono insieme con l’uscente Cappellacci.

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