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Pescara, 25/11/2024
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Data: 29/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il valzer delle camere doppie. Spuntano tante donne dalle carte che hanno dato corpo all’inchiesta. Ventidue notti con ospiti fantasma. Chiodi, Pagano e Castiglione «Dimostreremo che non è così»

PESCARA A pochi giorni dagli interrogatori dei politici eccellenti indagati per l'inchiesta Rimborsopoli, a tenere banco, paradossalmente, non è tanto la questione penale relativa ai reati che la Procura di Pescara ha contestato a vario titolo agli indagati (peculato, truffa e falso ideologico) quanto piuttosto quella delle fughe d'amore o comunque dei viaggi in compagnia di presidenti e assessori regionali coinvolti nell'indagine.
Una speciale classifica che è guidata dal presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, che nel suo carnet avrebbe ben otto pernottamenti con donne nei suoi numerosi viaggi istituzionali in Italia, ma anche all'estero. E tutti in alberghi a cinque stelle anche se, come gli contesta la Procura, avrebbe potuto e dovuto pernottare in hotel meno costosi e ugualmente dignitosi e peraltro disponibili.
Fra le donne che avrebbero diviso le stanze d'albergo con i mariti eccellenti, ci sono naturalmente anche le mogli, anche se la loro presenza è sporadica, se non limitata ad una o massimo due presenze. Pagano, ad esempio, dei suoi otto pernottamenti con donne è senza dubbio il più gettonato: ci sarebbero ben cinque donne diverse, moglie compresa, con le quali ha diviso alcuni suoi viaggi istituzionali a spese della Regione. Lo segue a ruota, a pari merito soltanto per il numero di pernottamenti in compagnia, l'assessore Alfredo Castiglione, anche se l'esponente politico di centrodestra ha sempre diviso la stanza con la sua compagna, tranne una volta in cui nella stessa stanza erano in tre. Poi c’è il presidente della giunta, il governatore Gianni Chiodi, con sei pernottamenti in compagnia di moglie e non solo.
LE VERIFICHE
I nomi delle donne che si sono accompagnate con i vari politici indagati figurano nella relazione investigativa stilata dai carabinieri e in base alla quale sono stati poi ipotizzati i reati contestati, e scritti i capi di imputazione che, però, non fanno menzione di queste donne. Quando i militari si sono recati in questo o quell'albergo non hanno fatto altro che verificare i documenti che ognuno è obbligato a depositare alla reception per dimostrare la propria identità. Ai magistrati il compagno o la compagna di turno non interessa: interessa quella stanza d'albergo, quel pranzo, quella cena, che secondo le richieste di rimborsi presentate dai singoli politici riguardavano soltanto assessori o presidenti, ma in effetti coinvolgevano più persone: interessa che a godere dei servizi d'albergo o ad usufruire del pasto erano in due o più mentre dai documenti contabili risultava soltanto la presenza dell'interessato alla trasferta istituzionale. «Non è così, le accuse della Procura possono essere contestate e lo dimostreremo concretamente» spiegano le difese di tutti gli indagati importanti della Rimborsopoli d’Abruzzo.
E la fase che sta per arrivare, quella degli interrogatori davanti ai pubblici ministeri Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, dovrà servire per fare chiarezza solo ed esclusivamente su questi fatti. Salvo poi approfondire le indagini se dovesse venir fuori che chi ha accompagnato l'uno o l'altro degli esponenti politici, poi ha anche avuto un suo ritorno economico a danno della Regione.

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