ABRUZZO. Su 21 parlamentari abruzzesi solo 8 (38%) hanno dato il proprio assenso a rendere pubblica la dichiarazione dei redditi. Gli altri 13 preferiscono tenere questi documenti ‘riservati’: sono amanti della privacy, evidentemente o ritengono che sia giusto che i cittadini elettori non sappiano. La legge consente loro di non mostrare quanto guadagnano, con che auto vanno in giro, quanto hanno speso per la campagna elettorale o se hanno partecipazioni in società.
E loro prendono la palla al balzo. Infatti tutti i senatori e deputati sono tenuti a depositare la dichiarazione patrimoniale e aggiornarla ogni anno, ma la stessa legge (la n.441 del 1982) stabilisce anche che queste informazioni siano raccolte in un apposito Bollettino che è consultabile solo presso la Camera o il Senato.
Dunque i dati sarebbero "pubblici" ma non pubblicabili online, se non con l'assenso del singolo parlamentare. Insomma una Trasparenza tutta particolare.
In tutta Italia, secondo la stima di Openpolis, il 63,1% dei parlamentari ha reso pubblici i dati personali, una media nettamente superiore a quella abruzzese che come detto si ferma al 38%. Il Movimento 5 Stelle ha ‘rischiato’ per un pelo di fare en plein e risultare il partito più trasparente della regione Abruzzo: su 5 parlamentari 4 hanno messo tutto on line, 1 ha preferito una documentazione parziale. Il centrodestra: solo 2 su 7 hanno aperto la porta della trasparenza ma è il Pd che merita la maglia nera: su 8 parlamentari solo 1 ha autorizzato la messa on line dei documenti. Ha detto sì anche l’unico deputato di Sel, e no l’unico di Scelta Civica.
CHI GUADAGNA DI PIU’
La medaglia del più ricco e trasparente parlamentare d’Abruzzo (ma la classifica come detto è viziata dalle troppe assenze) spetta al deputato Filippo Piccone (Ndc) che nell’anno 2012 (era già senatore) ha dichiarato 183.888 euro. Il parlamentare ha anche certificato di essere proprietario di 7 immobili: una abitazione a Celano, un’ altro a Latina con 2 garage, un magazzino sempre a Latina, un villino a Roma con garage.
Tre le automobili di proprietà: una Cls cilindrata 3000, una Clk cilindrata 2800, e una Classe E 350 di 3000 cilindrata. Partecipazioni in 4 società: Korus Spa (68.600 azioni) dove è presidente del cda, Ermy Srl (2.800 quote), Er.ma.do srl (95 mila quote) di cui è amministratore unico e I.P srl (8 mila quote) di cui è amministratore unico.
Al secondo posto c’è il deputato Paolo Tancredi (Ncd) che nel 2012 (anche lui era senatore) ha dichiarato 107.543 euro. Nel garage, scrive sui documenti che consegna alla Camera, ha una Renault Modus immatricolata nel 2005 e una Daimlerchrysler del 2006.
Il parlamentare dichiara anche di avere 8 immobili (4 al 100% e 2 al 50%). Sono completamente suoi due appartamenti a Pietracamela, una stalla-rimessa a Teramo, due appartamenti a Teramo, un appartamento a Giulianova. E’ comproprietario invece del 50% di un appartamento a Roma, e metà villino a Tortoreto. Poi ancora un terreno a Pietracamela e un altro in comproprietà a Tortoreto. Altri 8 immobili (appartamenti, magazzini, garage) nell’ordine dei 2/24.
Partecipazioni societarie: ha 64 azioni (per 5.740 euro) nella banca di Teramo di credito cooperativo, 10 mila nominali nella Teknosole Srl ( dove ha ricoperto la carica di consigliere di amministrazione fino al 17 luglio del 2012) e 35 mila euro nella Uniservices Srl (consigliere di amministrazione), oltre a 2 mila nella Sistemi locali srl.
C’è poi l’unico esponente del Partito Democratico che crede alla trasparenza, Antonio Castricone che nel 2012 (non era in Parlamento) ha dichiarato 47.818 euro e la comproprietà di un fabbricato a Popoli e un terreno a Raiano. Il deputato risulta inoltre proprietario di una Volswagen golf immatricolata nel 2011 e un Piaggio Liberty 125 del 2006.
Favorevole alla trasparenza anche il deputato di Sel Gianni Melilla che nel 2011 ha dichiarato 34.514 euro, un appartamento a Pescara, di possedere una Alfa Romeo del 2007 e una Yundai Matrix del 2003.
In coda alla classifica dei ‘più ricchi’ i deputati del Movimento 5 Stelle alla loro prima esperienza nel mondo della politica. Quattro su cinque hanno reso pubblica la documentazione completa. In un caso, invece, la dichiarazione risulta parziale.
Gianluca Vacca, professione insegnante prima di fare il suo ingresso in Parlamento, nel 2012 ha dichiarato 25.387 euro e di possedere una Nissan Qashqai, un immobile a Catanzaro e un altro al 50% in comproprietà con la moglie, a Spoltore.
A seguire un altro docente, la senatrice Enza Blundo, che nel 2012 ha dichiarato 23.594 euro, un appartamento di proprietà a L’Aquila (è l’unica che specifica addirittura anche i metri quadrati: 130) e uno a Campo Marino (70 mq). In garage una Ford Fiesta del 2010.
C’è poi l’avvocato Andrea Colletti: 18.107 euro nel 2012, la proprietà di un immobile a Montesilvano, una Fiat Panda immatricolata nel 2012. Chiude la classifica l’attuale senatore Gianluca Castaldi che nel 2012 ha dichiarato 6.372 euro.
Parziale, invece, come detto, i documenti forniti dal deputato Daniele Del Grosso che non ha dato il consenso per la dichiarazione dei redditi vera e propria ma solo per la documentazione ‘accessoria’ dove dichiara di essere proprietario di un terreno a Cepagatti, di una Jeep Compass del 2013 (120 cavalli) e di essere amministratore unico della Del Grosso immobiliare Srl.
NO ALLA TRASPARENZA
C’è poi la folta schiera dei parlamentari che non hanno voluto rendere pubblici i loro redditi.
Nella pagina ufficiale del deputato Fabrizio Di Stefano (Forza Italia) non mancano solo i documenti ma addirittura il tasto che rimanda alla pagina dedicata alla dichiarazione dei redditi. In compenso c’è il ‘tastino’ di Facebook per arrivare dritti dritti alla sua pagina social. Non c’è traccia nemmeno delle precedenti dichiarazioni, quando stava al Senato negli anni passati.
Stessa sorte anche per la dichiarazione dei redditi del sottosegretario Giovanni Legnini (Pd) che deve aver cambiato idea sulla trasparenza dal momento che quando stava in Senato (dal 2008 al 2012) l’ha sempre resa pubblica.
L’ultima visibile risale al 2011 quando dichiarò un reddito di 220 mila euro. Ora che è al Governo preferisce tenere riservati questi numeri ma ha dato l’ok, anche lui, per i ‘tasti’ che rimandano al suo sito internet, la pagina Facebook, Twitter, You Tube e Flickr. Nessuna documentazione neppure per gli esponenti del Pd Tommaso Ginoble, Maria Amato, Yoram Gutgeld (Consigliere economico di Matteo Renzi eletto nella circoscrizione Abruzzo), Vittoria D’Incecco e Stefania Pezzopane.
Stessa chiusura dai berlusconiani Paola Pelino e Antonio Razzi e dagli alfaniani Federica Chiavaroli e Gaetano Quagliariello. No anche di Giulio Cesare Sottanelli di Scelta Civica.
SPESE ELETTORALI
Nella documentazione resa pubblica c’è anche il dettaglio molto interessante sulle spese elettorali. Vacca ha dichiarato di aver speso 2.953 euro, Tancredi 41.060 euro. Di questi 31.500 sono classificati come «libere contribuzioni incassate in denaro» e altri 9.560 euro di «precedenti disponibilità liquide».
Piccone ha speso 11.295 euro, 13 mila i contributi ricevuti, Antonio Castricone 5.522 euro. Gli altri hanno dichiarato di non aver speso nulla. I nomi dei benefattori che in campagna elettorale hanno versato contributi ai parlamentari sono stati oscurati dal Parlamento, probabilmente ancora per motivi di privacy, ma sarebbe stato comunque interessante capire chi ha sostenuto i politici.