L’effetto è stato dirompente ed è proprio quello che serviva, e che qualcuno voleva, per cercare di riaprire nel centrosinistra la discussione sulle possibili candidature a sindaco. Il sondaggio, in possesso di Fli e Pd e realizzato dall’Istituto Piepoli, ha detto a chiare note che soprattutto il Pd ha bisogno di una pausa di riflessione per puntare su una figura più coinvolgente, rappresentativa e di livello. Pausa che il partito si è subito concesso approfittando delle ultime direttive arrivate da Roma: «Le primarie si terranno il 9 marzo in tutta Italia e questo vuol dire che per presentare le candidature c’è tempo fino a metà febbraio» ha detto il segretario regionale del partito, Silvio Paolucci. Altre due settimane utili per misurare l’appeal di Antonello Ricci, ieri nel Pci e oggi manager e dunque potenziale figura di riferimento per la classe imprenditoriale, quella che il Pd e il centrosinistra mirano ad avvicinare con l’intento di soffiare voti al centrodestra. Concentrare le primarie per tutti gli appuntamenti elettorali nello stesso giorno significa anche sperare in un effetto traino tra candidato alla Regione e al Comune: è opinione diffusa che un D’Alfonso sul palco darebbe più forza al candidato sindaco pescarese da lui sostenuto.
«Il giudizio negativo su Albore Mascia è l’unica nota che emerge con chiarezza dal sondaggio, visto che il 66% del campione intervistato ritiene che il sindaco uscente abbia prodotto poco o nulla in questi cinque anni» dice il segretario cittadino del Pd, Stefano Casciano. E’ anche vero, però, che il 22% degli stessi intervistati dice che rivoterebbe Mascia, ponendolo in posizione di vantaggio anche rispetto a Guerino Testa che nel centrodestra è e resta il principale competitor del sindaco uscente. «Nessuno dei due esce promosso dal sondaggio» dice Casciano, parlando di Mascia e Testa, «ma a dirla tutta - prosegue - considero prematuro lanciare e commentare sondaggi, peraltro costosi, finché non saranno stati definiti i veri sfidanti. Alle elezioni mancano ancora quattro mesi, è presto per dare giudizi» dice Casciano facendo intendere che lo scenario di oggi potrebbe non essere quello vero e decisivo di domani, nel quale potrebbero entrare in scena soggetti che in questa fase sono dietro le quinte - «cosa deciderà di fare Daniele Toto?» si chiede Casciano -. Come pure bisogna ancora capire da quanti e da quali liste sarà composto lo schieramento di centrosinistra, se ci sarà la lista civica con uomini di Fli e se ci saranno in ordine sparso eventuali transfughi dall’Udc.
Ieri in casa Pd c’è stata una riunione per discutere di regolamenti in vista delle primarie. Moreno Di Pietrantonio ha chiesto e ottenuto di vedere nei dettagli il sondaggio dal quale esce con una valutazione a due facce: come per gli altri, il giudizio dei 500 intervistati è per lui negativo, considerato che lo voterebbe il 13% degli intervistati, nove punti in meno rispetto ad Albore Mascia; ma è comunque lui al primo posto nella lista dei possibili sfidanti di centrosinistra nella corsa al Comune. La posta in palio non ammette sentimentalismi: «Dalle primarie dovrà uscire un nome per vincere le elezioni» dicono in via Lungaterno sud.
A fare chiarezza saranno dunque le primarie delle idi di marzo: Di Pietrantonio resta fiducioso nelle proprie potenzialità, altri sono pronti a misurarsi con lui - Blasioli e Di Iacovo, oltre a Ricci se accetterà di correre -. «Quel che conta è che il test si svolga con regole chiare e trasparenti», così s’è detto nella riunione di ieri in casa Pd. Non a caso è lo stesso concetto espresso da Ncd nel centrodestra se Mascia non farà il passo indietro che mezza coalizione gli chiede di fare per poter lanciare Testa.