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Pescara, 25/11/2024
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Data: 29/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Roulotte Cgil, spunta la telefonata. Le indagini: dietro al rogo lo sgarro di un cittadino infastidito. La denuncia del sindacato alla polizia

CHIETI «Escludo che l’incendio possa essere un atto intimidatorio nei confronti del nostro sindacato o, ancor peggio, una ritorsione di qualche lavoratore Sixty. Ma questa vicenda ci ha davvero scosso». Sono le prime parole di Carlo Petaccia, segretario provinciale della Filctem Cgil, all’uscita degli uffici della questura di piazza Garibaldi. Dove ieri mattina il sindacalista ha sporto denuncia contro ignoti a seguito dell’incendio, con ogni probabilità di natura dolosa, appiccato alla roulotte della Cgil parcheggiata in via Filippo Tiberio, a due passi dalla General Sider. Dove, peraltro, Petaccia abita. Le fiamme sono divampate alle 4.05 di lunedì mattina secondo quanto immortalato da una telecamera installata in zona. Ma pare sia stato ripreso poco altro. «Spero che le forze dell’ordine», afferma Petaccia, «facciano piena luce su un episodio che ha spiazzato il quartiere e, soprattutto, il sindacato». Anche perché la roulotte era ben nascosta in una traversa della zona industriale dello Scalo in cui, di solito, transitano solo un paio di famiglie residenti. Nessun altro, se non di proposito, passa in via Tiberio. Fa pensare, però, la telefonata ricevuta nei giorni scorsi da Petaccia. «Mi hanno chiamato i vigili urbani dicendo», racconta il sindacalista, «che un vicino, rimasto nell’anonimato, aveva lamentato la presenza della roulotte. É davvero strano dal momento che qui ci conosciamo in pratica tutti e il mezzo non aveva mai dato fastidio a nessuno». Malgrado sia rimasto parcheggiato in via Tiberio da novembre. Ovvero quando la roulotte ha abbandonato via Piaggio dopo quasi due anni. Il lasso di tempo in cui è durato il presidio sindacale davanti alla Sixty, l’azienda dello Scalo che ha messo alla porta gran parte dei 365 lavoratori in pianta organica. «La roulotte è stata la nostra casa e lì dentro abbiamo vissuto momenti di aggregazione e solidarietà sociale unici. Non a caso alcuni lavoratori hanno pianto», riprende Petaccia, «una volta appreso dell’incendio che ha distrutto il mezzo». Che, adesso, è un cumulo di lamiere annerite dalle fiamme che hanno divorato in pochi minuti quella che è stata, per mesi, la casa della protesta dei lavoratori della Sixty.

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