ROMA Sì di Unicredit e Intesa Sanpaolo alla partecipazione proquota al prestito di 200 milioni ad Alitalia. I due istituti ieri, anche per effetto delle pressioni del governo, hanno deciso di concedere 70 milioni a testa.
CONTINUITÀ, CDA RINVIATO AL 31
Ma i 140 milioni resi disponibili sembra non siano sufficienti ad assicurare la continuità aziendale: il cda di Cai, riunito sempre ieri proprio su questo tema per iniziativa dei sindaci, si sarebbe aggiornato a venerdì 31, in attesa che Mps e Popolare di Sondrio diano i restanti 60 milioni.
I prestiti deliberati dalle due grandi banche, che si sono fatte carico di sottoscrivere la garanzia di 100 dei 300 milioni di aumento di capitale - Unicredit ha il 12,99%, Intesa il 20,59% -, sono assistiti dall’ipoteca su un aereo di importo di circa 150 milioni. La decisione di Unicredit sarebbe stata presa direttamente dall’ad Federico Ghizzoni (la somma rientra nella sua autonomia), mentre Intesa Sanpaolo ha colto l’occasione delle riunioni del cdg e del cds convocati a Milano. I due istituti avrebbero subordinato l’apertura del rubinetto all’intervento anche di Mps e Pop Sondrio: quest’ultima sta per deliberare, mentre Siena continua a nicchiare. E’ possibile, però, che da palazzo Chigi prosegua l’opera din convincimento per non vanificare gli sforzi in corso per tenere in piedi Alitalia fino al matrimonio con Etihad.
CÀ DE SASS: IL NO DI GARIBALDI
Ma la delibera di Intesa presa dal cdg e ratificata dal cds, è stata sofferta. Essendo azionista, la decisione è stata sottoposta preventivamente al comitato parti correlate formato da tre membri: Pietro Garibaldi (Compagnia Sanpaolo), però, avrebbe votato contro non condividendo questi ulteriori sforzi a favore della compagnia: il cda di Cai che aspetta la liquidità, ha preso tempo mentre i sindaci anche ieri, hanno incalzato.