SAN SALVO Contratti di solidarietà e dismissione snodo ferroviario Vasto-San Salvo. Due argomenti sono al centro dell’agenda politica dopo l’incontro ospitato lo scorso fine settimana nell’aula consiliare del comune sansalvese per approfondire il tema dei contratti di solidarietà difensiva, uno degli ammortizzatori sociali utilizzati in questo periodo di crisi economica da diverse aziende nel territorio. L’iniziativa promossa dal sindaco Tiziana Magnacca, a cui ha aderito il collega di Vasto Luciano Lapenna e che ha visto la partecipazione dei sindacati provinciali, delle Rsu aziendali, del presidente della Pilkington, Graziano Marcovecchio, del responsabile del personale della Denso, Marco Mari e dei vertici provinciali di Confindustria e di AssoVasto, è stata finalizzata alla condivisione di una problematica che sta interessando migliaia di lavoratori nel Vastese, al fine di chiedere un intervento della Regione Abruzzo per un’integrazione salariale. Continua l’impegno dell’amministrazione comunale sansalvese anche per il mantenimento delle infrastrutture del territorio. Cruciale, in quest’ottica, è la questione snodo ferroviario per lo scalo merci Vasto-San Salvo che verrà affrontata il 3 febbraio a Roma. La riunione si svolgerà presso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti con la presenza del sindaco Magnacca, del presidente del consiglio comunale Eugenio Spadano, dei vertici delle Ferrovie e del presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio. «Non possiamo permetterci il lusso di non mantenere attivo lo snodo ferroviario», insiste la Magnacca che nei mesi scorsi ha chiesto aiuto al ministero Maurizio Lupi, «nell’area industriale di San Salvo esiste un circuito ferroviario che consente di arrivare con le rotaie all’interno degli stabilimenti e che se opportunamente sostenuto può garantire competività, efficienza e rispetto dell’ambiente». Alle Ferrovie dello Stato le amministrazioni comunali e i sindacati – che hanno lanciato un grido d’allarme sui rischi ai quali si andrebbe incontro con la dismissione dello snodo ferroviario - chiedono una politica economica diversa e soprattutto più flessibile rispetto ad un mercato industriale che ha mutato le proprie regole.