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Data: 31/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Legge elettorale in aula è tregua Renzi-Letta. Ma c’è la mina rimpasto

Oggi primo voto a scrutinio segreto, la minoranza pd si allinea
Per la pax interna il leader dovrà accettare i suoi nel governo

ROMA La tregua tra Matteo Renzi ed Enrico Letta regge. Almeno per ora. La dimostrazione è l’impegno con cui Paola De Michelis, attivissimo vicecapogruppo del Pd alla Camera e lettiana doc, si sta battendo per evitare imboscate. Oggi la legge elettorale deve superare il primo scoglio, il primo voto segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità, e la De Michelis insieme al capogruppo Roberto Speranza ieri ha speso la giornata a disinnescare mine. Operazione riuscita, complice la gazzarra Cinquestelle che ha ricompattato il gruppo.
PAX INTERNA

Così ieri si poteva vedere Speranza a pranzo con il ribelle bersaniano Alfredo D’Attorre. Si poteva ascoltare l’altro malpancista Stefano Fassina garantire che oggi «non ci sarà alcuna defezione». E sentire lo stesso Renzi dirsi sicuro che «non ci saranno imboscate, tanto più che la legge è costituzionale».
Comunque il Pd, in Aula, qualche correzione la chiederà. A cominciare dall’obbligo dell’alternanza uomo-donna in lista e dalle primarie garantite per legge ma facoltative, per attenuare il meccanismo delle liste bloccate. Due modifiche presentate puntualmente ieri sera, insieme agli emendamenti che aggiornano il patto tra Renzi e Berlusconi. «Fermare il percorso della legge elettorale sarebbe sbagliato, migliorarne il contenuto è giusto e lo faremo a viso aperto», afferma D’Attorre.
Non è un sussulto di buonismo veltroniano. Semplicemente i ribelli hanno capito di non poter fermare un treno in corsa, forte per di più della spinta del Quirinale. Tant’è, che anche Gianni Cuperlo ha assunto un ruolo di “facilitatore” e Renzi continua a rassicurare sul fronte elettorale. «Matteo rilancia la riforma del Senato», spiegano nel suo staff, «per cavalcare l’onda e per far capire al premier, ad Alfano e ai “piccoli”, che l’avvio della riforma elettorale non è un conto alla rovescia per il governo. Lui non vuole le elezioni anticipate».
Anche Letta lavora per garantire la pax interna, nella speranza che poi Renzi si dimostri generoso con il governo. Il premier così si dice «soddisfatto e contento» per l’avvio della riforma (l’alternativa del resto sarebbero le elezioni anticipate) ed è ormai rassegnato ai tempi lunghi imposti dal segretario. Ma gli ingredienti per il riesplodere della tensione ci sono tutti.
IL NODO DEL BIS

Renzi ha convocato per giovedì la Direzione del Pd con all’ordine del giorno il “contratto di coalizione”. Ma non il jobs act che il segretario vuole intestarsi «in solitario». E Letta spera di poter procedere subito dopo a «un nuovo inizio» con le firme di Renzi, Alfano, Monti e Casini in calce al cronoprogramma per il 2014. Ma qui sorgono i problemi.
Il premier è convinto (come Alfano e i centristi) che la ripartenza debba passare anche attraverso la nascita di un governo tutto nuovo. Di un Letta-bis, con al suo interno alcuni esponenti renziani di peso. L’obiettivo è chiaro: spingere il segretario democrat a mettere la faccia sul governo, in modo che l’esecutivo si rafforzi e Renzi la smetta di sparargli contro. Un obiettivo condiviso anche dai alcuni fedelissimi del segretario, a cominciare dal ministro Graziano Del Rio che svolge funzione di ufficiale di collegamento tra palazzo Chigi e il Nazareno.
Ma Renzi frena. «Io non chiedo posti e non li voglio e tantomeno desidero che si pensi che alcuni bersaniani debbano lasciare la poltrona ai renziani. Questo gioco delle correnti mi fa schifo», si è sfogato ancora ieri. Ma ha anche aggiunto: «Dopo di che, decide Letta. Saprà lui come rendere più efficiente e operativa la squadra di governo». Traduzione: Renzi è contrario a mettere i suoi nell’esecutivo, ma se Letta (e soprattutto Napolitano) dovessero chiederglielo, avrebbe qualche problema a dire di no.
Letta aspetta. A palazzo Chigi assicurano che il premier «non è giù di morale», ma «solo un po’ sotto pressione». Renzi invece ieri sera ha rinunciato alla sua newsletter: «Sono stanco», ha detto salutando lo staff, «vado a casa dai miei figlioli».

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