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Pescara, 25/11/2024
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05/02/2014
Il Centro
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Chiodi: tutto chiarito, resto. Il governatore interrogato dai magistrati: «Ho la coscienza a posto, non parlo di amanti» |
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«Gli alberghi? Li prenotava la segreteria della Regione» Il presidente entra da un ingresso laterale ma alla fine affronta i giornalisti PESCARA «Ho la coscienza a posto e non mi dimetto». E’ con il volto sorridente e la voce piana che il presidente della Regione Gianni Chiodi ha affrontato l’assalto dei giornalisti arrivati da tutta Italia: “Presidente, l’incarico all’amante?”; “Presidente ha la coscienza a posto?”; “Presidente i rimborsi?”. «Dell’incarico non si è parlato, non è stato un argomento affrontato dai pm», ha risposto Chiodi alludendo a un interrogatorio ancorato alle accuse di truffa, peculato e falso e non alla china personale che, poi, ha preso l’inchiesta con quella notte trascorsa con Letizia Marinelli e l’affidamento di un incarico due mesi dopo. «Sono molto soddisfatto dell’interrogatorio»: sono state queste le prime parole del presidente quando, dopo due ore di confronto con i pm, ha lasciato il quarto piano della Procura, è arrivato al piano terra e, scortato da due carabinieri, ha trovato un muro di giornalisti: avanti e indietro a spinte fin quando il presidente non è riuscito a fermarsi scegliendo di dire poche parole e rinviando a stamattina un incontro più lungo con la stampa: «Sono certo di aver chiarito tutto quello che c’era da chiarire come avevo promesso che sarebbe accaduto. Sono in regola, sento di avere la coscienza a posto e no, non mi dimetto. Arrivederci». Chiodi provato. Era iniziata sotto un’altra luce la giornata del presidente finito sotto inchiesta per una cifra di circa 25 mila euro di rimborsi reputati indebiti dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli: se alle 14 Chiodi ha lasciato la Procura scegliendo l’uscita principale, alle 11 vi era entrato da un ingresso laterale evitando di incrociare i giornalisti e se dopo l’interrogatorio il presidente ha ostentato serenità, di fronte ai pm sarebbe apparso provato. E’ stato Chiodi il primo a sedersi di fronte ai pm che lo accusano di missioni sospette a Roma, Taormina, Arezzo, Nizza e Torino, di cene che sarebbero state offerte ad altre persone con la carta di credito della Regione e di un biglietto aereo in business class pagato alla moglie. «Chi pagava? Quanti eravate?». Quando il presidente eletto con il Pdl nel 2009 si è seduto accanto al suo avvocato di Teramo Pietro Referza, i pm gli hanno mostrato il fascicolo con le imputazioni e la documentazione raccolta, come poi hanno fatto con il resto degli indagati che sono stati interrogati. A quel punto, di fronte alla documentazione sottoposta dai magistrati, Chiodi ha avuto la possibilità di dare la sua versione e di spiegare ai pm la sua difesa fornendo anche lui le ricevute che ha cercato in questi giorni per dimostrare che, dietro quelle spese reputate “pazze”, non ci sarebbe stato nessun reato. Il presidente, ieri mattina, ha depositato alcune fatture e si è riservato di depositare altra documentazione. «Gli alberghi? Li prenota la segreteria». Se i pm si sarebbero limitati a prendere atto della versione di Chiodi, i carabinieri che hanno condotto le indagini avrebbero poi rivolto al presidente, come anche agli indagati, domande simili: «Chi pagava le cene? Perché una camera doppia?». Riguardo agli alberghi Chiodi avrebbe risposto che era «la segreteria a prenotarli», allontanando da sè la scelta degli hotel di lusso che, invece, sono stati contestati: un modo per dire che lui si sarebbe affidato alle scelte della Regione. Di fronte ai magistrati, il presidente avrebbe detto di aver chiesto rimborsi in maniera regolare mentre l’accusa contesta al presidente di centrodestra una cifra di circa 25 mila euro. «Non si è parlato di amanti». Non sarebbero entrate nell’interrogatorio le domande che riguardano l’aspetto privato emerso negli ultimi giorni, tra cui l’incarico al consigliere di Pari opportunità Marinelli – la «donna della stanza 114 all’albergo del Sole a Roma» – e l’incarico di un contratto a tempo determinato alla sorella di Letizia Marinelli, Simonetta, e l'assegnazione alla segreteria dell'assessore Federica Carpineta. Su queste due vicende, che non rientrano nell’inchiesta sui rimborsi, Chiodi ha detto che non gli sono state rivolte domande. Ma stamattina, alle 11.30, nella sede della Regione, il presidente terrà una conferenza in cui ha annunciato: «Risponderò a tutte le domande».
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